AFRICA

Caos in Guinea Bissau con due presidenti in lite e i militari dimettono i ministri

Africa ExPress
2 marzo 2020

E’ caos in Guinea Bissau. Nel Paese dell’Africa occidentale si sta consumando l’ennesimo colpo di Stato, finora senza spargimenti di sangue. La ex colonia portoghese fino a ieri vantava ben due presidenti di fazioni opposte.

Umaro Sissoko Embalo, vincitore delle elezioni presidenziali in Guinea Bissau

Umaro Sissoco Embalo, del partito all’opposizione MADEM-15 (Movement for a Democratic Alternative), proclamato vincitore provvisorio dalla Commissione elettorale – con il 53,55 per cento delle preferenze – dopo il ballottaggio delle presidenziali che si sono svolte lo scorso 29 dicembre, ha prestato giuramento il 27 febbraio.  E questo malgrado il ricorso presentato da Domingos Simoes Pereira (si sarebbe fermato al 46,45 per cento) leader della formazione politica storica, Parti africain pour l’indépendance de la Guinée et du Cap-Vert (fondato nel 1956 da militanti indipendentisti con lo scopo di liberare la Guinea Bissau e Capo Verde dal dominio coloniale portoghese) alla Corte costituzionale per brogli elettorali.

Pereira ha dichiarato come illegale l’investitura di Embalo visto che i giudici non si sono ancora espressi in merito al suo reclamo e a tutta risposta il Parlamento ha nominato venerdì un rivale di Embalo, Cipriano Cassama, capo dell’Assemblea Nazionale, come leader a interim del Paese in quanto il partito PAIGC detiene un numero maggiore di seggi alla Camera.

Ora Cassama ha rinunciato alle sue funzioni di presidente a interim perchè minacciato di morte e ha specificato: “Temo per la mia incolumità e quella dei miei familiari. Avevo accettato l’incarico per evitare un bagno di sangue dopo le contestate elezioni. Al momento attuale non godo più di nessuna protezione di sicurezza, visto che venerdì sera i militari hanno rimosso tutte le mie guardie del corpo. Manterrò comunque il mio incarico come presidente del Parlamento”.

Secondo quanto riferito dallo stringer di Africa-ExPress, i militari avrebbero setacciato anche i dicasteri di Bissau, costringendo alle dimissioni gran parte dei ministri.

Finora i quadri militari non hanno fatto nessuna dichiarazione ufficiale, eppure erano presenti tutti capi e vice capi di Stato maggiore delle Forze armate di terra, dell’aeronautica e naturalmente della Guardia nazionale,  quando Embalo ha investito Nuno Gomes Nabiam come primo ministro sabato scorso. I militari hanno presenziato anche alla cerimonia di giuramento di Embalo, che si è svolta in un grande albergo della capitale Bissau. E già da venerdì i più alti ufficiali hanno preso il controllo delle più importanti istituzioni, come il Palazzo governativo dove si trovano anche diversi ministeri, il Palazzo di giustizia, l’emittente radio e la TV di Stato e sabato anche dell’Assemblea nazionale. E’ bene ricordare che già in passato i militari hanno avuto un ruolo politico importante, in particolare nel 2012; prima delle ultime elezioni il capo di Stato maggiore aveva promesso che non si sarebbero più immischiati in dispute di carattere politico.

Dal canto suo la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (CEDEAO o ECOSWAS, Economic Community of West African States, dall’acronimo inglese), in un comunicato ha lanciato un monito all’autoproclamato presidente, ricordandogli che il processo elettorale non è terminato, è necessario attendere la proclamazione ufficiale della Corte costituzionale. Inoltre ha espresso grande preoccupazione per l’interferenza della classe militare.

Il Paese dell’Africa occidentale conta poco più di 2 milioni di abitanti e Dal 1980 la Guinea Bissau ha subito nove colpi di Stato o tentativi di golpe. I trafficanti di droga hanno sempre saputo approfittare del caos politico, usando il Paese come punto di transito per il contrabbando di cocaina proveniente dal Sud America e destinata al mercato europeo.

Africa ExPress
@africexp

 

 

 

Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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