AFRICA

Il Sudan teme sconfinamenti di milizie: chiuse frontiere con Libia e Centrafrica

Africa ExPress
Khartoum, 18 ottobre 2019

Nelle scorse settimana è stata gradualmente implementata la chiusura delle frontiere del Sudan con la Repubblica Centrafricana e la Libia, misura disposta a fine settembre dal Consiglio supremo di Khartoum per questioni di sicurezza.

I confini sono porosi e da anni sono battuti da trafficanti di merci, di droga, di uomini e migranti. La chiusura era stata decisa dopo che a metà settembre nella Repubblica Centrafricana sono state uccise 23 persone mentre erano in corso scontri armati tra gruppi ribelli a Birao, città nel nord-est della ex colonia francese, in prossimità del confine con il Sudan.

 

Secondo l’ONU, Mohamed Hamdan Daglo, meglio conosciuto come Hametti, attuale capo delle forze paramiliatri di Rapid Support Forces (ex janjaweed) e numero due del Consiglio Supremo sudanese, avrebbe incontrato diverse volte leader di gruppi ribelli attivi nel CAR quest’anno mentre armi e vetture militari attraversavano il confine. E, in base al rapporto pubblicato dall’ONU a luglio e ripreso a agosto dal quotidiano online con base a Londra, Middle East Eye, le RFS avrebbero venduto armi a gruppi ribelli della coalizione ex Seleka (movimenti armati nel CAR, ai quali aderiscono per lo più miliziani di fede musulmana). In particolare FPRC (The Popular Front for the Rebirth of CAR) e UPC (Union for Peace in CAR), avrebbero acquistato munizioni, armi e automezzi pickup grazie alla complicità di membri delle RFS, anche dopo la firma dell’ottavo tratto di pace, siglato proprio a Khartoum lo scorso febbraio.

Sta di fatto che non è ancora ben chiaro quali siano stati i motivi che abbiano spinto il nuovo governo a chiudere queste due frontiere. Per alcuni Khartoum potrebbe voler impedire che gruppi ribelli sudanesi vengano addestrati in Libia o possano equipaggiarsi di armi e quant’altro nei Paesi vicini. Si dice che 1500 miliziani abbiano persino raggiunto le fila del generale libico Khalifa Haftar per combattere al suo fianco come mercenari.

Contrabbando di merci verso il Sudan

E’ risaputo che il Sudan è anche un Paese di transito per molti migranti, e proprio alla fine di settembre le autorità di Khartoum hanno fatto sapere di aver arrestato una decina di trafficanti e fermato 120 “illegali”.

Alcuni analisti ritengono che il Consiglio Supremo sudanese abbia sigillato i confini sia per motivi economici (contrabbando di merci), sia per ragioni di sicurezza.

Africa ExPress
@africexp

 

 

Redazione Africa ExPress

La redazione di Africa Express è formata da giornalisti che hanno visitato in lungo e in largo il continente africano e il Medio Oriente

Recent Posts

Bombardata dai ribelli base ONU in Sudan: uccisi 6 caschi blu

Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 15 dicembre 2025 Alcuni giorni fa le Rapid…

1 giorno ago

Congo-K, si firma la pace ma continua la guerra

Africa ExPress 14 dicembre 2025 Solo poco più di una settimana fa i leader della…

3 giorni ago

Due serate della cucina italiana a Mogadiscio

Africa ExPress Mogadisco, 11 dicembre 2025 Visto il successo della precedente edizione, anche quest’anno l’ambasciata…

4 giorni ago

Ma l’America è sempre antinazista e antifascista?

Speciale per Africa ExPress Giovanni La Torre 11 dicembre 2025 Le recenti, pesanti posizioni espresse…

5 giorni ago

Sventato il golpe in Benin con sostegno di Francia e intervento truppe di ECOWAS

Africa ExPress Cotonou, 9 dicembre 2025 Il tentativo di golpe in Benin non è passato…

6 giorni ago

Maratona Valencia: doppietta del Kenya e il milione mancato

Dal Nostro Corrispondente Sportivo Costantino Muscau 8 dicembre 2025 Stavolta gli spagnoli hanno voluto fare…

1 settimana ago