Burocrazia ottusa: il record clandestino, ma non illegale, di Great Nnachi

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Great Nnachi

Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
Milano, 5 maggio 2019

Anzi no, è un record fantasma, come tanti immigrati. Ma lei non è un fantasma, è una ragazzina in carne e ossa e pelle nera, italiana, anzi no …italiana ma fra 4 anni…

Il tema della cittadinanza italiana per i ragazzi stranieri che crescono insieme ai “nostri figli”, è tornato d’attualità in questi giorni con il caso “Great Nnachi”.

Chi è Great? “Il nome di Great Nnachi forse non dirà ancora molto agli sportivi appassionati di atletica leggera – ha scritto il sito Atletica Live – ma è destinato a far parlare di sé”. Great è la ragazza di 14 anni, figlia di nigeriani, nata nell’ospedale Regina Margherita di Torino il 5 settembre 2004, che il 27 aprile scorso a Borgaretto (frazione di Beinasco, nel Torinese), ha battuto il primato italiano di salto con l’asta nella categoria Cadetti, superando i 3,70 metri. La giovanissima atleta aveva un già notevole limite personale di 3,60 ma con i 3,70 . al secondo tentativo , prima di provare addirittura i m. 3,80, ha compiuto un capolavoro, avvicinandosi al limite mondiale.

Eppure il suo volo con l’asta  non può essere omologato – secondo la Federazione Italiana di Atletica Leggera (Fidal) in quanto compiuto da straniera, da cittadina non italiana. Il nostro passaporto lo otterrà, infatti, una volta compiuti 18 anni, in base alla legge attuale  sullo ius soli (che, come è noto, significa acquisire la cittadinanza per il fatto di essere nati sul territorio).

Il tema dello ius soli era tornato in auge grazie al  coraggio di Ramy Shehata e Adam El Hamami, i due piccoli eroi del bus dirottato e incendiato (il 20 marzo scorso)  ed è – ha scritto la testata on-line Il Giornalettismo – “uno dei grandi interrogativi di una nazione che si confronta con un crescente multiculturalismo dei suoi cittadini. E non è un quesito che si limita all’integrazione e alla scuola, ma anche allo sport”. Di sicuro ci troviamo a leggere, in questi giorni con la vicenda di Great, una nuova pagina incivile per l’Italia.

Great Nnachi

E vien da ripetere quello che l’Unicef aveva lapidariamente dichiarato il 23 dicembre 2017: “Chiediamo scusa agli 800mila compagni di scuola dei nostri figli”.

Quel 23 dicembre venne affossata la legge sullo ius soli temperato e sullo ius culturae che facilitava la concessione della cittadinanza. La legge non ha mai visto la luce nonostante l’approvazione da parte della Camera nell’ormai lontano 13 ottobre 2015.  L’assurdo è che però esiste lo Ius Soli sportivo: nel 2016 è infatti entrata in vigore una norma che permette ai minori stranieri di essere tesserati dalle federazioni sportive italiane a patto che  risiedano sul nostro territorio «almeno dal compimento del decimo anno di età».

Le perplessità sul suo record sono assurde e davvero impossibili da spiegare a una ragazzina che, nel suo nome, evidentemente già tradisce il suo destino: Great, grande”, ha dichiarato (a “Forlitoday”)  Bruno Molea, ex deputato forlivese della XVII Legislatura, e “padre” della legge sullo ius soli sportivo. “E’  incredibile e anacronistico che il suo record non possa considerarsi italiano – ha aggiunto Molea, presidente dell’ente di promozione sportiva Aics e membro della giunta nazionale Cip  (Comitato italiano paralimpico)- mi sono battuto per una legge di cui vado molto orgoglioso. Essa consente ai minori stranieri di essere tesserati presso le federazioni sportive italiane, perché se la politica non era ancora pronta a parlare di Ius Soli, volevo fosse ben chiaro che, invece, il mondo dello sport lo è da tempo”. “Che Great sia italiana, italianissima, lo dicono i  fatti, a partire dal suo parlare perfettamente la nostra lingua”.- ha scritto La Repubblica, che ha anticipato la notizia sul suo sito – Great è figlia di genitori nigeriani ma è nata nel cuore di Torino non parla la lingua dei genitori anche perché ha seguito tutto il percorso scolastico italiano. A scuola, va benissimo, come dimostra quella media del 10 con cui è uscita dalle Secondarie; un rendimento eccellente che non è cambiato neppure adesso che l’asticella si è alzata, frequentando la prima superiore all’istituto Primo Levi, Liceo Scientifico di scienze applicate con curvatura sportiva”.

Ha commentato Luciano Gemello, che da 4 anni allena la ragazzina nella società Cus Torino :  “Great studia con grande facilità, la stessa con cui valica misure rilevanti con l’asta”. Ma che cosa dice la diretta interessata? “Io mi sento italiana, io sono italiana – ha affermato con decisione nel video pubblicato su Facebook da Ford Authos S.p.a. – . Mio padre lavorava in Fiat ma è mancato quando io avevo appena cinque anni. Sono stati momenti difficili, mia madre era molto triste e io ho cercato di aiutarla facendo anche un po’ la mamma per il mio fratellino Mega che adesso gioca nella Juventus. Il salto con l’asta mi fa sentire come se volassi. Devo dire grazie al mio allenatore, che è diventato un secondo papà e ai miei compagni. Miro a volare sempre più in alto, ad andare un giorno alle Olimpiadi e a vincere. Ma soprattutto mi piace non mollare mai”.

Ius soli

Intanto continua ad allenarsi per superare il limite della categoria che è di 3 metri e  91 centimetri. “Al mondo non c’è nessuna ragazza che ha le sue qualità – sostiene il suo allenatore -. Io ho allenato gente fortissima, ma Great ha qualcosa in più”. In realtà l’ostacolo più arduo da superare è ben più alto  dei 3 metri e 91 centimetri.  E’ quello della legge che le impedisce di urlare al mondo la sua appartenenza al nostro Paese. Questo Paese che, però, – come ha rivelato il Corriere della Sera – consente all’attaccante del Barcellona, Leo Messi, nato in Argentina, residente di  Spagna, di votare per le Europee e le amministrative il 26 maggio. Questo perché risulta iscritto all’anagrafe di Recanati da dove, nel tardo ‘800, il suo trisavolo Angelo partì per il Sudamerica!

La legge che risale al 1992, invece, incatena 800 mila bambini italianissimi fino al 18° anno di età. Una legge superata dalla realtà, dalle mutate condizioni sociali, che impedisce di considerarsi italiani ai ragazzi che sono nati nel nostro Paese, che parlano l’italiano con accento cremasco, o torinese, e magari vorrebbero diventare carabinieri come Ramy e Adam. O continuare a volare come Great. Da italiana quale  si sente ed è.

Costantino Muscau
muskat@gmail.com