AFRICA

Camerun al voto: disordini, paura e astensionismo nelle regioni anglofone

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 8 ottobre 2018

Oltre sei milioni di camerunensi sono stati chiamati ieri alle urne per le elezioni presidenziali. I seggi previsti sono venticinquemila, tra cui sessantasei all’estero. Otto i candidati in lizza per la poltrona più ambita del Paese, tra loro il presidente uscente, l’ottantacinquenne Paul Biya, di Rassemblement démocratique du Peuple Camerounais (RDPC),al potere dal 1982, che si presenta per il suo settimo mandato consecutivo.

Il quarantanovenne Joshua Osih è candidato del maggiore partito all’opposizione, Social Democratic Front (SDF), ma è un raggruppamento politico diviso e debole. Il trentottente, Cabral Libii, avvocato, molto amato tra i giovani, è l’aspirante alla presidenza per la formazione Univers (acronimo per Union nationale pour l’Intégration vers la Solidarité), fonadato nel 2011 da Prosper Nkou Mvondo, politico e professore all’università di Ngaoundéré (regione di Adamaoua).

Zone anglofone del Camerun presidiate da militari

Gli altri candidati sono Franklin Ndifor, pastore protestante (Mouvement citoyen national du Cameroun), Serge Espoir Matomba (Peuple uni pour la rénovation sociale), Garga Haman Adji (Alliance pour la démocratie et le développement), Ndam Njoya (Union démocratique du Cameroun) e Maurice Kamto, avvocato ed ex ministro della Giustizia, mentre Akere Muna, presidente del movimento NOW ha ritirato all’ultimo momento la sua candidatura per sostenere Kamto del Mouvement pour la Renaissance du Cameroun. Malgrado la rinuncia di Muna, oggi nei seggi elettorali erano esposte anche le sue schede e solo sabato ELCAM, organizzazione incaricata del coordinamento delle elezioni, che non è stato possibile prelevare all’ultimo momento le sue cedole elettorali.

Nelle otto regioni francofone, le elezioni si sono svolte senza incidenti, mentre domenica mattina le forze dell’ordine hanno ucciso tre uomini armati a Bamenda, nella regione anglofona del Nord-Ovest. Secondo alcuni testimoni oculari, i tre, presunti separatisti, in sella alle loro moto, avrebbero sparato in direzione dei passanti che stavano per recarsi ai seggi elettorali. Già a settembre gli indipendisti avevano postato sui diversi social network lunghi messaggi nei quali invitano la popolazione a non usare i trasporti pubblici dal 16 settembre al 10 ottobre, perchè in quel periodo minacciavano attentati per impedire il regolare svolgimento delle elezioni. Per questo motivo il governatore della regione, il governatore, Adolphe Lele Lafrique, aveva decretato un nuovo coprifuoco dalle 18.00 fino alle 06.00.

A Buea, nel Sud-Ovest, l’altra regione anglofona, si sono sentiti spari verso l’ora di pranzo. Il materiale per le elezioni è stato portate nei seggi sotto massima protezione delle forze dell’ordine e alle otto del mattino sulle strade della città circolavano praticamente soltanto poliziotti e militari. La gente si è rinchiusa in casa per paura di scontri e violenze. Nella stessa regione, nella notte tra venedì e sabato è stato incendiato il tribunale di Kumba, nel dipartimento di Membe.

Paul Biya, presidente del Camerun

Molti abitanti delle regioni anglofone hanno lasciato le loro case e sono fuggiti. Chi è rimasto, ha avuto paura di recarsi alle urne. Nel Nord-Ovest ELECAM aveva previsto ben duemilatrecento seggi elettorali, ma per motivi di sicurezza ne sono stati aperti solamente settantaquattro, e molti di questi non hanno visto nemmeno un elettore, eppure gli aventi diritto al voto registrati erano oltre cinquecentomila.

ELECAM aveva fatto sapere che i residenti dei villaggi inaccessibili o ritenuti pericolosi, avrebbero potuto votare nei capoluoghi delle due regioni anglofone. Peccato che la stessa opportunità non sia stata data agli sfollati, che si sono rifugiati nelle regioni francofone.

Il Camerun ha dieci Regioni autonome, otto delle quali sono francofone. Solamente in due si parla l’inglese. All’inizio del ‘900 il Paese era una colonia tedesca. Dopo la prima guerra mondiale nel 1919, è stata divisa tra i francesi e gli inglesi, secondo il mandato della Lega delle Nazioni. La parte francese era molto più ampia e aveva come capitale Yaoundé, mentre quella inglese comprendeva la Nigeria e si estendeva fino al Lago Ciad, con capitale Lagos. Gli inglesi erano poco presenti in questa regione, perché la loro attenzione era concentrata sui territori dell’attuale Nigeria.

Con l’indipendenza, ottenuta nel 1961, le due sezioni inglesi e quelle francesi sono state riunite per formare un unico Stato, l’attuale Camerun, ma finora le parti hanno sempre mantenuto un alto grado di autonomia. Le proteste nelle regioni anglofone sono iniziate poco meno di due anni fa, quando gli insegnanti sono insorti contro l’introduzione della lingua francese nelle scuole.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

Recent Posts

Il Sudafrica si prepara alle elezioni nella profonda disillusione: il cambiamento è un miraggio lontano

Dalla Nostra Corrispondente Elena Gazzano Città del Capo, 18 maggio 2024 Nel cuore pulsante di…

4 ore ago

La rabbia nera delle toghe nere tunisine dopo l’arresto di due colleghi

Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 17 maggio 2024 Lo stato d’animo degli avvocati…

1 giorno ago

Tangentopoli genovese: Sansa (opposizione) “Toti dimettiti la Liguria deve avere un futuro”

Speciale per Africa ExPress  Alessandra Fava16 maggio 2024Ferruccio Sansa, consigliere regionale all’opposizione, è stato candidato alla…

2 giorni ago

Crimini contro l’umanità: condannato a 20 anni in Svizzera ex ministro del Gambia

Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 15 maggio 2024 L’ex ministro degli Interni del…

3 giorni ago

Regime all’attacco in Tunisia: in 48 ore arrestati due avvocati dissidenti che difendevano gli immigranti subsahariani

Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 14 maggio 2024 L’arresto di Sonia Dahmani, legale…

4 giorni ago

Morire di fame “il giorno dopo” a Gaza

  EDITORIALE Federica Iezzi 14 maggio 2024 E’ incredibilmente sprezzante come la gerarchia tra vittime…

5 giorni ago