Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 24 luglio 2018
Sono finalmente tornati a casa i supporter della squadra nazionale nigeriana, rimasti bloccati a Mosca, una volta terminati i mondiali di calcio. Un volo speciale dell’Ethiopian Airlines ha riportato i fan ad Abuja, la capitale della ex colonia britannica.
Secondo l’Agenzia di stampa nigeriana NAN, il rimpatrio degli sfortunati tifosi è stato ordinato dal presidente Muhammadu Buhari in persona. Il portavoce del ministero degli Esteri di Abuja, Tope Elias-Fatile, ha specificato che l’evacuazione dei suoi concittadini è stata possibile grazie alla stretta collaborazione del suo ministero, la loro ambasciata di Mosca e il ministero dell’Aviazione.
I poveri disgraziati, centocinquanta o forse più, presi dalla disperazione, hanno assediato la missione nigeriana a Mosca. Non avevano più un rublo in tasca e molte agenzie di viaggio avevano stornato il volo di ritorno a loro insaputa. Per non fare figuracce nel Paese ospitante, l’ambasciata si è vista costretta ad occuparsi dei propri concittadini, provvedendo alloggi in ostelli e quant’altro e Akinwunmi Ambode, governatore del Lagos State, ha dovuto coprire parte delle spese per i biglietti di ritorno.
Molti dei giovani bloccati a Mosca avevano consegnato cifre considerevoli a organizzatori e intermediari del viaggio, per ottenere la carta d’identità per fan rilasciata dalle autorità russe, valida come documento di viaggio durante i mondiali di calcio. Ma questi personaggi non erano altro che trafficanti di uomini, avevano ingannato i poveracci con false promesse di lavoro in Russia.
I criminali hanno colto l’occasione del campionato mondiale per accalappiare in modo “legale” le proprie vittime. Chi ha fame, chi è disperato è preda facile ed è disposto a tutto pur di lasciare il proprio Paese per costruirsi un futuro, che nell’odierna Nigeria è difficile anche solo sognare.
La corruzione endemica, che ha investito tutti livelli della società, il terrorismo, la criminalità organizzata, ladri, sequestri di persona, scontri etnici e intercomunitari, inquinamento, cambiamenti climatici, recessione e quant’altro stanno mettendo in ginocchio questo gigante dell’Africa.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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