Ceuta/Melilla, 16 giugno 2018
Il nuovo governo spagnolo vuole liberarsi delle reti metalliche che proteggono le sue due enclavi Ceuta e Melilla in territorio marocchino, porte laterali per entrare nel mondo occidentale, senza dover affrontare la terribile traversata del canale di Sicilia.
Fernando Grande-Marlaska, il neo ministro degli Interni di Madrid, ha fetto sapere che farà il possibile per rimuovere le barriere metalliche che separano il Marocco dai territori spagnoli Ceuta e Melilla. Le recinzioni ferro e acciaio metalliche, di utima generazione, dotate di videosorveglianza ed alte fino a sei metri, sono rinforzate con filo spinato e pezzi di metallo taglienti come rasoi.
Molti giovani migranti della zona subsahariana si affidano a caro prezzo a contrabbandieri di uomini, che con grossi camion li trasportano in Marocco, fino a pochi chilometri da Melilla, dove, in accampamenti di fortuna senza nessuna assistenza, attendono il loro turno per tentare di entrare in una delle enclavi. Sono migranti disposti a sopportare tutte le privazioni: fame e disperazione sono ben più grandi della paura di ferirsi o di morire durante la scavalcata, com ha ben sottolineato pochi giorni fa anche Papa Francesco.
Appena nominato ministro, Grande-Marlaska, un ex giudice, ha commissionato un rapporto, volto a trovare soluzioni meno traumatiche, pur mantenendo la sicurezza dei confini e ha precisato: “Non possiamo permettere che i giovani si feriscano, possiamo agire prima, intervenire sull’origine del problema”.
Anche quest’anno, secondo la Croce Rossa spagnola si sono feriti parecchi ragazzi cercando di scavalcare le barriere; dieci di loro hanno dovuto ricorrere a cure ospedaliere .
La Spagna ha cambiato rotta, il nuovo governo vede la migrazione con un’ottica diversa ed è ora uno dei pochi Paesi dell’UE rimasto migrant-friendly.
Africa ExPress
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