Amnesty accusa: “In Sudafrica gli immigrati vivono nella paura di attacchi xenofobi”

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Polizia sudafricana (Courtesy Amnesty International)
Polizia sudafricana (Courtesy Amnesty International)

sandro_pintus_francobolloSpeciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 16 maggio 2018

I richiedenti asilo e gli immigrati che vivono nel “Paese arcobaleno”, ormai da un decennio, “vivono in un costante stato di paura”. Nel Paese di Nelson Mandela la situazione verso i migranti è andata peggiorando con un pesante aumento della xenofobia.

Gli stranieri di origine africana – soprattutto immigrati da Malawi, Zimbabwe, Mozambico, Somalia e Nigeria – a causa del lassismo sulle politiche migratorie, vengono accusati di favorire il narcotraffico e la prostituzione.

Polizia sudafricana (Courtesy Amnesty International)
Polizia sudafricana (Courtesy Amnesty International)

E visti i tassi di disoccupazione a due cifre  – che ormai superano il 30 per cento – dalla gente, gli immigrati vengono percepiti come coloro che rubano il lavoro ai sudafricani.

Non sono rare le manifestazioni di piazza con bastoni contro gli stranieri di origine africana nonostante, secondo l’ultimo censimento, gli immigrati siano appena il 4 per cento degli abitanti del Paese.

Amnesty International, in una nota, evidenzia verso gli stranieri che vivono e lavorano in Sudafrica discriminazioni quotidiane che creano una condizione di costante paura di attacchi fisici.

Secondo l’ong per i diritti umani, sotto la presidenza di Jacob Zuma, la xenofobia nei confronti di migranti di altri Paesi dell’Africa australe non è stata mai seriamente contrastata.

Sono passati dieci anni dall’orribile violenza xenofoba che l’11 maggio 2008 ha causato la morte di 60 persone ma i rifugiati e gli immigrati non stanno meglio.

Il neo presidente sudafricano Cyril Ramaphosa (a sin.) e l'ex capo dello Stato Jacob Zuma
Il neo presidente sudafricano Cyril Ramaphosa (a sin.) e l’ex capo dello Stato Jacob Zuma

Non è tenera Shenilla Mohamed, direttore generale di Amnesty International Sudafrica: “La violenza che si è diffusa in tutto il Paese nel 2008 avrebbe dovuto essere un campanello d’allarme per il governo, sottolineando le conseguenze catastrofiche della sua incapacità di sradicare l’odio contro i rifugiati e i migranti. Ma a 10 anni di distanza, profughi e migranti sentono ancora gli echi di quel periodo terrificante”.

Ma cosa ha dato mano libera agli xenofobi in questo lungo periodo? Secondo Shenilla la mancata consegna alla giustizia dei responsabili degli attacchi del 2008 e il fallimento del sistema di giustizia penale con molti casi irrisolti. I migranti e i rifugiati vendono aggrediti e a volte ammazzati sapendo che gli assalitori resteranno impuniti.

Senza dubbio l’ex presidente Jacob Zuma, uscito indenne da un tentativo di impeachment ma poi costretto a dimettersi, ha lasciato al neo presidente, Cyril Ramaphosa, un’eredità ingombrante.

Amnesty aveva detto: “…chi succederà a Zuma dovrà assicurare che il rispetto dei diritti umani sarà una priorità e che le vittime delle violazioni dei diritti umani di questi ultimi anni ottengano piena giustizia e riparazione”. Vediamo come se la caverà il nuovo presidente sudafricano.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
Twitter: @sand_pin

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