“Rafiki”, film keniota di un rapporto lesbico, è ammesso a Cannes ma proibito in Kenya

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Le due protagoniste Ziki e Kena in una scena del film "Rafiki"

franco nofori francobolloDal Nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 27 aprile 2018

Si tratta certamente di un evento sensazionale, prodotto interamente in un paese, il Kenya, la cui legge punisce con 14 anni di carcere i rapporti omosessuali. Il fim “Rafiki” – che in lingua swahili significa “amico” – è la libera versione del romanzo “Jambula tree” della scrittrice ugandese Monica Arak de Nyeko che racconta la storia appassionata di un amore lesbico.

Sulla spinta delle scandalizzate reazioni del presidente Kenyatta e del suo vice Ruto, oggi la Kenya Film Classification Board, ha immediatamente messo all’indice il film proibendone la circolazione sul territorio nazionale. Le autorità hanno anche ammonito che chiunque sarà trovato in possesso di una copia del film, sarà passibile di arresto.

E’ la prima volta, nella storia del prestigioso festival cinematografico di Cannes, che un film keniano viene invitato a partecipare alla competizione internazionale. Il debutto del film “Rafiki” è previsto entro maggio. Grande motivo di orgoglio per la produzione cinematografica dell’ex colonia britannica, ma anche rabbia enorme e notevole imbarazzo per l’estabilishment, sentimenti peraltro largamente condivisi anche da molti cittadini che lo giudicano un grave deterioramento dei costumi morali e cristiani cui la cultura del paese si riferisce.

Le due protagoniste Ziki e Kena in una scena del film "Rafiki"
Le due protagoniste Ziki e Kena in una scena del film “Rafiki”

“Sia la nostra legge, sia la nostra cultura – ha detto il portavoce del board, Nelly Muluka – riconoscono nella famiglia, la base dell’unità sociale del paese. Non potremo mai permettere che film o pubblicazioni di contenuto omosessuale, raggiungano i nostri bambini”. Di ben altro avviso è il regista del film, Wanuri Kahiu, che dice: “Con le televisioni satellitari e il web, film stranieri che trattano temi omosessuali, sono già liberamente presenti in Kenya e quindi accessibili a tutti. Questa proibizione non fa che danneggiare inutilmente l’industria cinematografica del nostro Paese con una motivazione del tutto ipocrita”.

Malgrado negli ultimi tempi le varie comunità di bisessuali, gay, lesbiche e transgender, abbiano cominciato a levare la propria voce per il riconoscimento dei loro diritti, queste preferenze sessuali restano largamente avversate in Africa, dove i non eterosessuali, sono discriminati e perseguitati, dai concittadini e dalla stessa legge che in qualche caso applica nei loro confronti, anche la pena capitale. (https://www.africa-express.info/2017/09/26/africa-sempre-piu-omofona-con-pene-fino-allergastolo-e-alla-morte/)

La sede del Festival Cinematografico di Cannes (Francia)
La sede del Festival Cinematografico di Cannes (Francia)

Un portavoce della delegazione di Nairobi dell’Unione Europea, ha invece condannato la messa al bando del film e ha espresso vive congratulazioni a produzione, regia e attori, per l’ottimo riconoscimento ottenuto con l’accesso alle selezioni della competizione cinematografica francese. “Un successo di cui tutto il Kenya deve andare orgoglioso”, conclude il messaggio europeo.

Se l’opposizione ai gay resta granitica in terra d’Africa, neppure in Occidente il riconoscimento dei loro diritti e delle loro preferenze sessuali, sono ancora compiutamente accettati da una parte della popolazione. Questo malgrado le varie legislazioni degli ultimi anni, abbiano fatto passi da gigante in quella direzione.

Franco Nofori
franco.kronos1@gmail.com
@Franco.Kronos1

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