Questa mattina Uhuru Kenyatta e Raila Odinga si sono incontrati presso l’Harambee House di Nairobi offrendosi alle telecamere e ai fotografi con smaglianti sorrisi e vigorose strette di mano. Quel patto che il Paese attendeva con ansia sin dall’agosto scorso, è stato finalmente raggiunto. I due leader politici che con il loro aspro antagonismo avevano spaccato in due l’elettorato, hanno fatto finalmente prevalere il buon senso ed il bene comune.
Nel loro annuncio ai giornalisti presenti, Uhuru e Raila, hanno assicurato che i loro rispettivi schieramenti, Jubilee e Nasa, lavoreranno insieme perché il Kenya ha urgente bisogno di riforme che rilancino la sua economia, prostrata da oltre un anno per l’atmosfera d’incertezza che si era venuta a creare a seguito del prolungato stallo politico e per i continui e violenti scontri di piazza.
Al momento in cui scriviamo, non risulta che Raila Odinga, abbia pubblicamente riconosciuta la legittimità della nomina alla massima carica dello Stato del suo rivale, né è ancora chiaro quale posizione Raila ricoprirà nel dare esecuzione a questo accordo. Entrerà nel governo Kenyatta, o darà solo il suo supporto esterno su scelte tra loro concordate? Impossibile per ora ipotizzare risposte anche perché i due non hanno accettato domande dai giornalisti ed hanno chiuso l’incontro subito dopo il loro annuncio congiunto.
Secondo alcuni commenti della stampa locale, la decisione di Raila Odinga di procedere a un accordo con Kenyatta, deriverebbe dal fatto di non aver ricevuto supporto dai suoi più stretti alleati che, nella cerimonia del giuramento spurio all’Uhuru park di Naiorbi, l’hanno lasciato solo palesando così la propria contrarietà alla sua iniziativa. Musalia Mudavadi, Kalonzo Musyoka and Moses Wetang’ula, che non hanno presenziato a tale giuramento, non hanno per ora rilasciato dichiarazioni circa l’accordo tra i due leader.
Sempre da commenti non confermati, Raila si sarebbe anche irritato per voci ricorrenti sulla possibilità di spaccature e defezioni all’interno della sua alleanza. Un’altra presunta ragione che l’avrebbe portato all’accordo con Kenyatta, potrebbe anche essere costituita dall’imminente arrivo in Kenya del segretario di stato americano Rex Tillerson al quale, entrambi i contendenti, hanno interesse a non offrire un’immagine di permanente conflittualità tra di loro.
Franco Nofori
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