Franco Nofori
Mombasa, 7 febbraio 2018
C’è voluta una seconda denuncia per “oltraggio alla corte” presentata dall’attivista per i diritti umani, Okyia Omatatah, perché le reti televisive, oscurate dal 30 gennaio scorso, potessero riprendere le trasmissioni. La prima sentenza, emessa il giorno successivo alla sospensione – arbitrariamente attuata dal governo – era stata completamente ignorata e le emittenti in questione avevano così subito un completo back-out di sei giorni, con conseguenti danni economici di enorme rilievo. Il governo era anche rimasto sordo alle molte proteste internazionali che avevano definito la scelta di oscuramento un atto apertamente antidemocratico.
Finalmente, nella giornata di lunedì scorso, le trasmissioni sono state riattivate, ma solo per due emittenti su quattro (NTV e KTN) mentre le altre due (Citizen e Inoro) restano tuttora oscurate senza che l’autorità preposta al controllo delle telecomunicazioni abbia fornito spiegazioni sulla discriminazione attuata. Tra alcuni arresti di membri dell’opposizione e altre iniziative prese nei confronti degli stessi, il governo mostra di non voler digerire, l’iniziativa del giuramento messa in scena il 30 gennaio scorso, peraltro severamente criticata da tutti gli osservatori internazionali che non si sono lasciati ingannare dall’escamotage cui è ricorso Raila Odinga, nel definire il giuramento prestato, non come “presidente del Kenya”, ma come “presidente del popolo”.
Tra le misure prese dal governo c’è anche quella di aver ritirato le scorte assegnate ai più alti funzionari del NASA, l’alleanza di opposizione e di aver annullato le licenze di porto d’armi loro rilasciate. Decisioni queste cui 141 membri del NASA si sono immediatamente opposti presentando una nuova petizione alla Corte. Le due ordinanze erano state emesse dal ministro degli interni Fred Matiang’i subito dopo che il nuovo movimento dell’NRM (National Resistance Movement) fondato da Raila Odinga, era stato definito un movimento sovversivo e iscritto nella lista delle associazioni criminali.
Intanto, mentre scriviamo, sono in corso massicce proteste popolari, soprattutto a Kisumu e Migori, che chiedono il ripristino delle due emittenti ancora oscurate e l’immediata liberazione dei tre esponenti del NASA recentemente arrestati. Per ora le manifestazioni si stanno svolgendo in modo abbastanza pacifico e – malgrado qualche gesto esasperato, con l’esibizione di pietre e bastoni – non sono contrastate dalle forze di polizia, ma l’atmosfera resta tesa e non autorizza, almeno a breve, un ritorno a quella normalità indispensabile al Kenya per uscire dall’ormai lunghissimo stallo che tiene paralizzato il paese.
Franco Nofori
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