AFRICA

Partnership con l’Europa 2: migranti in Africa, schiavi in Libia


Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Bruxelles, 25 novembre 2017

L’inchiesta della CNN in Libia sulle aste dei migranti venduti come schiavi ha mostrato uno scenario del quale l’Unione Europea era a conoscenza. “È una situazione che si protrae da almeno due anni”, ha affermato Federica Mogherini, rappresentante degli Esteri dell’Unione.

Da sinistra, Werner Hoyer, Faustin Toudéra, Antonio Tajani e Federica Mogherini     (foto © Sandro Pintus)

Cooperazione Ue-Oim-Unhcr

“Un anno fa abbiamo firmato un accordo di cooperazione tra l’Unione europea, Organizzazione internazionale per le migrazioni e Alto commissariato Onu per i rifugiati per dare assistenza ai migranti” ha spiegato la rappresentante dell’UE.

Una collaborazione che ha permesso l’assistenza di oltre 10 mila migranti e il loro rientro volontario verso i Paesi di origine. Lo sviluppo della Libia e della regione per Werner Hoyer, presidente della Banca europea di investimento, è una priorità sia per il medio che per il lungo termine.

Chiudere i campi di detenzione

Ancora una volta si parla della chiusura dei famigerati lager libici. Il primo obiettivo dell’Ue è la chiusura dei campi di detenzione e fermare qualsiasi tipo di abuso, poi entro dicembre 2017 l’Ue vuole fare in modo che 15 mila africani possano tornare volontariamente nei loro Paesi di origine. È necessario investire “non in certe mani libiche”, ha sottolineato Tajani, e sostenere anche altri Paesi per interrompere il corridoio illegale che passa dalla Libia.

La maggior parte del lavoro svolto dall’Unione Europea nel frammentato Stato nord africano è quello diplomatico sostenuto insieme al rappresentante delle Nazioni unite per unire il Paese “ma su questo argomento i media non ne scrivono molto, non si finisce in prima pagina”,  ha detto Federica Mogherini.

Mappa delle migrazioni (courtesy Medici per i diritti umani dal rapporto “Fuggire o morire”)

L’inferno libico

Mentre Mogherini esprimeva sdegno e preoccupazione sulla situazione dei migranti nel Paese nordafricano, circa 250 camerunesi, tra i quali nove donne incinte, sono tornati in Camerun grazie a un volo organizzato dall’Oim.

“La Libia è l’inferno – hanno raccontato ai media belgi e francesi – i libici non hanno alcuna considerazione per i neri. Ci trattano come animali e violentano le nostre donne. Se qualcuno di noi si oppone gli sparano. Ci sono stati anche dei morti”.

Il problema dei centri di detenzione in Libia e la situazione dei migranti schiavi  è nell’agenda del summit che si tiene il prossimo 28 novembre ad Abidjan, in Costa d’Avorio.

Partenariato strategico contro lo schiavismo

A rafforzare le posizioni di Tajani anche Faustin Touadéra, presidente della Repubblica Centraficana, secondo il quale occorrono investimenti e un partenariato strategico rafforzato che fermi l’emigrazione verso il Sahel.

“È un nuovo tipo di partenariato e il summit di Abidjan non è la fine ma l’inizio – ha concluso Mogherini – Non possiamo ignorare i rapporti sui trattamenti umani dei migranti e come europei dobbiamo far fronte al problema dei fratelli africani che sono in schiavitù”.

(2/3 – CONTINUA)

Vedi anche:
Partnership Europa-Africa 1: piano Marshall e progetto Erasmus

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
Twitter: @sand_pin

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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