Il flusso di migranti va regolato: da un convegno a Como una proposta in 7 punti

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Speciale per Africa ExPress
Paolo Sannella
Como, 26 febbraio 2017

La scorsa settimana Como, che era stato teatro di un grave episodio di disagio sociale a seguito della chiusura della frontiera svizzera e il rifiuto delle Autorità elvetiche di consentire il transito sul suo territorio ad alcune centinaia di immigrati, ha dedicato una intensa mattina di riflessione a questo problema con la partecipazione di personalità del mondo politico, accademico e della società civile.

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Il Convegno si è aperto con alcuni dati significativi sulla tumultuosa crescita demografica africana, posti quindi a confronto con la decrescita della popolazione europea, ed in particolare di quella italiana. Si è ricordato che, al netto dei flussi migratori, si prevede per la popolazione italiana un ulteriore aggravarsi della tendenza attuale ed un vero e proprio tracollo nei prossimi anni con conseguenze molto pesanti sulla sua cultura, sull’economia e sulla sostenibilità di molti degli essenziali servizi di assistenza e di welfare.

Concorde però il convincimento di tutti i partecipanti sul fatto che di fronte alle dimensioni di un fenomeno in crescita e che potrebbe assumere proporzioni enormi e senza precedenti come appare essere quello delle emigrazioni dall’Africa occorra prendere provvedimenti adeguati ed urgenti per la sua corretta gestione, e cioè per recuperarne gli apporti positivi e limitarne le conseguenze negative.

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Esigenza cioè di una politica coerente, intelligente e di ampio respiro le cui caratteristiche fondamentali sono state riassunte in un documento in sette punti trasmesso al termine dei lavori alla maggiori Autorità italiane, africane ed europee.

Ancoraggi forti dell’intero dibattito, espressi nei sei punti del documento riassuntivo delle sue conclusioni, sono stati essenzialmente due. Si è ritenuto innanzitutto velleitario affrontare il problema “da soli”, e cioè da parte dei singoli Stati o addirittura delle singole Comunità locali. Occorre una azione coordinata a livello internazionale che veda decisioni congiunte dei Paesi di origine dei maggiori flussi migratori e dei Paesi di destinazione che dovrebbero essere chiamati a far parte di strutture integrate che raccolgano le diverse competenze ed i diversi attori sulla base di un’analisi approfondita dei numerosi interessi e delle prospettive in gioco.

In secondo luogo è emersa con chiarezza la necessità di politiche che affrontino entrambe le maggiori criticità del fenomeno, e cioè non solo quella degli interventi nei Paesi di origine intesi a frenare alla partenza i flussi migratori ma anche e soprattutto quella delle politiche da adottare nei Paesi di destinazione per una inclusione senza scosse degli immigrati nei rispettivi ambiti culturali ed economici.

barcone inclinato un po'

Su questi ampi scenari il Convegno si è limitato ad indicare l’esigenza di nuove e più efficaci politiche di cooperazione euro/africana e di uno straordinario sforzo di previsione e di inquadramento di quel nuovo mondo – multiculturale ma pacifico e di progresso – che potrebbe nascere dalla spinta di questi straordinari fattori di cambiamento che sono i movimenti migratori senza cadere nel pessimismo alla Onfray dell’inevitabile “decadenza” dell’Europa e della sua civiltà e senza d’altra parte cadere nell’insostenibile “mito” delle frontiere a protezione di un mondo che – lasciato a sé stesso – invecchia e sembra condannato ad esaurirsi.

Paolo Sannella
ex ambasciatore italiano in Costa d’Avorio

 

– Strategie per un mondo nuovo: prospettive di gestione dei flussi migratori provenienti dall’Africa –

Como – Teatro Sociale – sabato 18 febbraio 2017

DOCUMENTO FINALE

Il 18 febbraio 2017, si è tenuta a Como la Conferenza “Strategie per un mondo nuovo: prospettive di gestione dei flussi migratori provenienti dall’Africa”, organizzata dal Centro Relazioni con l’Africa della Società Geografica Italiana, dall’Università degli Studi dell’Insubria, dall’Università degli Studi di Pavia, dall’Università degli Studi di Sassari e dal suo Nucleo Ricerca Desertificazione (NRD), dal Coordinamento Comasco per la Pace e dall’Associazione del Volontariato Comasco – Centro Servizi per il Volontariato (CSV) di Como.

L’iniziativa che ha beneficiato della partecipazione di Onorevoli rappresentanti del Parlamento della Repubblica Italiana e del Parlamento dell’Unione Europea, del Prefetto e del Sindaco della Città di Como, del patrocinio del Comune e dell’adesione di numerose e attive associazioni cittadine, è nata dall’esperienza maturata dalla Città di Como nella gestione del crescente flusso di migranti, in prevalenza di origine africana, respinti alla frontiera elvetica.

La Conferenza di Como, preso atto della trasformazione del fenomeno migratorio da evento emergenziale in elemento strutturale dell’epoca attuale, ha elaborato un documento finale capace, se attuato, di contribuire alla gestione dei flussi migratori provenienti dall’Africa.

Di seguito gli indirizzi finali emersi dai lavori di Como:

1 Le prospettive in crescita dei flussi migratori dall’Africa verso l’Europa richiedono la collaborazione e la stretta concertazione fra Istituzioni africane ed europee. Nessun Paese da solo può immaginare di affrontare quello che appare essere uno dei maggiori elementi di trasformazione della società contemporanea. Occorre agire in fretta e accompagnare con determinazione – in Europa come in Africa – un fenomeno che rischia altrimenti di travolgere non solo la nostra amicizia ma il fondamento stesso della nostra comune cultura e civiltà.

2 È necessario procedere alla costituzione in tempi rapidi di una struttura euro-africana di coordinamento per la gestione congiunta della situazione. In attesa, l’Italia dovrebbe procedere all’istituzione di una analoga struttura che – sempre con la collaborazione e partecipazione di rappresentanti di Istituzioni africane – coordini le competenze e le attività attualmente distribuite fra diverse Istituzioni, favorendo in tal modo la coerenza degli approcci, delle modalità di intervento e degli strumenti operativi.

3 Per sostenere la creazione di posti di lavoro nei Paesi africani – maggiore elemento di una politica di contenimento dell’espansione dei flussi migratori – occorre favorire l’attuazione di un “Fondo Speciale” di grandi dimensioni a livello europeo – ma in stretta correlazione con analoghi fondi nazionali – destinato a finanziare lo sviluppo mediante interventi diretti alla creazione di posti di lavoro e alla formazione giovanile in Africa.

4 L’afflusso indiscriminato di emigranti economici va scoraggiato mediante misure energiche contro i trafficanti e mediante accurate campagne di informazione nei Paesi di provenienza che collaboreranno all’applicazione dei provvedimenti di accoglienza e reinserimento degli immigrati respinti.

5 L’accoglienza degli immigrati necessari alla sostenibilità delle economie europee e delle nostre società deve garantire processi inclusivi non basati su principi di assistenzialismo ma sul rispetto di regole comuni e delle diversità culturali. Un lavoro congiunto e innovativo deve essere svolto – anche con il concorso degli enti di ricerca – per dare nuovo slancio ed efficacia alle politiche e attività di accoglienza e integrazione.

6 Il pieno e rapido inserimento degli immigrati regolarmente residenti in attività lavorative è la chiave per una positiva politica di inclusione. Essa deve essere però accompagnata da provvedimenti per la distribuzione degli immigrati nel tessuto sociale dei Paesi di accoglimento, evitando la creazione di ghetti o di separazioni artificiali.

7 Occorrerà inserire nei programmi scolastici della scuola dell’obbligo adeguati riferimenti alle culture di origine delle comunità immigrate maggiormente presenti sul territorio e con una visione sempre più aperta alla comprensione delle diversità e affinità culturali.

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