Botswana, elicottero della polizia spara su boscimani che cacciano e precipita

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 17 agosto 2016

Un gruppo di nove boscimani del Botswana che cacciavano l’antilope per procurarsi il cibo sono stati attaccati a colpi di arma da fuoco da un elicottero in dotazione alla polizia dello stato africano che poco dopo si è schiantato al suolo.

Protesta dei boscimani: “siamo cacciatori non bracconieri”

Sei i poliziotti feriti nell’incidente aereo e i cacciatori boscimani sono rimasti illesi dai colpi dei poliziotti ma sono stati arrestati e in carcere sono stati denudati e picchiati.

Il fatto è accaduto qualche giorno fa nel Central Kalahari Game Reserve e denunciato la scorsa settimana da Survival International, movimento mondiale che lotta per i diritti dei popoli indigeni contro lo strapotere delle multinazionali e dei governi che hanno tutto l’interesse a eliminare i gruppi tribali “scomodi”.

Elicottero AS350 B3e in dotazione alla polizia del Botswana

Tra questi ci sono i San, che rappresentano l’1,3 per cento della popolazione, tribù itineranti boscimane di cacciatori-raccoglitori, che vivono nel deserto del Kalahari, territorio situato tra Botswana, Sudafrica e Namibia.

Tutto ciò accade nonostante, nel 2006, la Corte Suprema del Botswana abbia riconosciuto il diritto dei Boscimani a vivere e cacciare per procurarsi il cibo sulla loro terra ancestrale dove, secondo dati del Commonwealth, vivono da circa 30mila anni. Ma il governo di Gaborone si rifiuta di rispettare questo diritto.

Ian Khama, presidente del Botswana

Per il governo del presidente Ian Kahma, al potere dal 2008, questi gruppi di cacciatori-raccoglitori sono considerati semplicemente bracconieri.

Per perseguitarli viene utilizzata tecnologia militare avanzata: nel 2015 il governo di Gaborone ha ordinato tre elicotteri AS350 B3e di Airbus Helicopters, dotati di apparecchiature per la visione notturna che comunicano con guardie armate a terra.

Con la stessa facilità con cui impedisce ai Boscimani di procurarsi da vivere, denuncia Survival, il governo incoraggia i ricchi cacciatori che pagano lauti compensi per la caccia grossa.

Mappa del Botswana e dell’Africa australe

Stephen Corry, direttore generale di Survival International: “Il Generale Khama e il suo governo dovrebbero vergognarsi per aver implementato questa crudeltà al di sopra della legge, e dovrebbero vergognarsi anche le grandi organizzazioni per la conservazione che non si esprimono contro questo approccio”.

La politica dello ‘sparare a vista’ è immorale  – continua Corry – è un inganno ed è anche controproducente. Prendere di mira i cacciatori indigeni danneggia la conservazione. Quante altre persone dovranno morire inutilmente prima che i conservazionisti se ne accorgano?”.

I problemi sono iniziati con la scoperta dei diamanti.  Nel 1996 quando la De Beers, ha valutato la potenziale estrazione di diamanti nel Central Kalahari Game Reserve è cambiato tutto.

Attività di De Beers/Gope Exploration Company nel Central Kalahari Game Reserve

Nel 1997 il governo ha iniziato l’espulsione delle tribù San e Bakgalagadi ma, grazie all’aiuto legale di Survival, i San hanno avuto riconosciuti i loro diritti ancestrali di poter cacciare nell’area protetta.

Allo stesso tempo, alla De Beers Gem Diamonds/Gope Exploration Company (Pty) Ltd. il governo del Botswana,  ha concesso un permesso per condurre attività estrattive all’interno della riserva.

Survival International, per tenere alta l’attenzione sulla delicata situazione del popolo San ha lanciato la campagna “Bot50”  per ricordare che “ciò che sta accadendo in Botswana ai boscimani è simile alla situazione dell’apartheid in Sudafrica”.

Boscimani accendono il fuoco nella maniera tradizionale

“Se le cose non cambieranno, nella riserva non ci saranno più boscimani nel giro di poche generazioni – scrive Survival – La corte ha anche stabilito che il divieto di Boscimani di cacciare è contro la costituzione ed equivale alla loro condanna a morte.” Probabilmente è ciò che il governo vuole.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
twitter: @sand_pin

Crediti foto:
– Protesta dei boscimani
Courtesy Survival International
– President Ian Khama of Botswana at the London Conference on The Illegal Wildlife Trade, 13 February 2014 – By Foreign and Commonwealth Office – http://www.flickr.com/photos/foreignoffice/12498848125/, OGL, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42311680
– Mappa Africa australe
Courtesy of Secretariat of United Nations
– Mappa Botswana
Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=67245
– Attivita di Gope Exploration Company
Courtesy Google Maps
– Boscimani accendono il fuoco
By Isewell, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4107327

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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