Le macerie dell'hotel Nasa Hablod
Africa ExPress
Mogadiscio 26 giugno 2016
Un commando di miliziani shebab ha attaccato l’hotel Nasa Hablod a Mogadiscio. I morti sono almeno 15 e i feriti più del doppio. L’albergo è di proprietà di Abdulkadir Nur Mohammed, più conosciuto con il soprannome di Eno, un uomo d’affari somalo che ha anche passaporto italiano. Ha perso la vita anche il ministro dell’ecologia Buri Mohamed Hamza descritto da un rapporto delle Nazioni Unite come un appassionato difensore dell’ambiente. Gli shebab, la filiale somala di Al Qaeda hanno rivendicato l’assalto.
L’assalto all’hotel è avvenuto nel tardo pomeriggio. Un kamikaze si è presentato alla porta d’ingresso dell’albergo e si è fatto saltare in aria. Il cancello è stato scardinato e a quel punto il commando di una mezza dozzina di uomini è entrato nel cortile sparando all’impazzata contro qualunque cosa si muovesse. E’ stata una strage. Tra i morti le guardie di sicurezza, impiegati, clienti e gli stessi assalitori.
La polizia somala è immediatamente intervenuta e dopo una furibonda, anche se breve battaglia, ha ripreso il controllo dell’albergo.
L’albergo Nasa Hablod (il nome significa “seno enorme”) si trova a pochi metri dalla piazza del quarto chilometro, forse la più importante della capitale somala e comunque la più trafficata. Il proprietario, Abdulkadir Eno e sua moglie, fanno parte del clan abgal e la famiglia è una delle più influenti della Somalia. La signora è stata anche ministro.
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