José Jaime Macuane
Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 24 maggio 2016
José Jaime Macuane, accademico e commentatore politico mozambicano, è stato sequestrato da sconosciuti mentre usciva da casa e gambizzato a colpi d’arma da fuoco.
Docente di Scienze sociali dell’Università Eduardo Mondlane, Macuane, alle 8.30 di ieri, uscito da casa stava si stava recando al lavoro quando – secondo la testimonianza di un vicino – è stato avvicinato da un’auto. Dal mezzo è uscita una persona che lo ha spinto in macchina.
L’accademico, diverse ore dopo, è stato trovato abbandonato nel distretto di Marracuene, una quarantina di km a nord di Maputo, e gambizzato con quattro colpi d’arma da fuoco, tre dei quali usciti mentre il quarto proiettile, fermato dal femore della gamba destra, dovrà essere estratto.
Socio fondatore di MAP Consulting, azienda specializzata in governance e sviluppo, José Jaime Macuane è un noto commentatore politico del programma “Pontos de vista” trasmesso la domenica sul canale televisivo privato STV.
Nell’ultima puntata del 22 maggio, il programma aveva trattato di prospettive per un dialogo politico, della crisi del debito pubblico e della manifestazione di protesta programmata a Maputo per sabato 28 maggio ma vietata dalle autorità cittadine.
Molti a Maputo sostengono che il sequestro e la gambizzazione di Macuane siano la conferma dell’esistenza di squadroni della morte. Più volte denunciati dai partiti di opposizione, queste squadre paramilitari sembrano essere più attive delle delle forze di polizia.
In un’intervista rilasciata nel 2013 José Jaime Macuane si era schierato contro il Frelimo (Frente de libertaçao de Moçambique), al governo dal 1975. Aveva dichiarato: “Il partito Frelimo ha bisogno di avere un leader che capisce che più di 20 milioni di mozambicani non sono militanti del partito. Che il partito ha solo tre milioni di membri e più di 19 milioni di cittadini non sono del Frelimo. E questi oltre 19 milioni hanno bisogno di trovare risposte alle loro esigenze e hanno la necessità di sentirsi cittadini di un Paese indipendente, dove i suoi figli hanno versato il sangue per liberarlo”.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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