Oggi sei stati africani alle urne: esercizio di democrazia con brogli in agguato

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Il palazzo dell'Unione Africana ad Addis Abeba

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 19 marzo 2016

Oggi i cittadini di sei Stati africani sono chiamati a esprimere le proprie scelte attraverso il voto. Un esercizio di democrazia in tutto il continente ma, ovviamente, chi esercita il potere farà tutto il possibile per tenerselo stretto: compresi gli imbrogli e i brogli. Ecco chi andrà alle urne.

Il palazzo dell'Unione Africana ad Addis Abeba
Il palazzo dell’Unione Africana ad Addis Abeba

BENIN
Oggi in Benin si va al ballottaggio. Il primo turno delle presidenziali si è svolto lo scorso 6 marzo (http://www.africa-express.info/2016/03/08/primo-turno-delle-presidenziali-in-benin-trentatre-candidati/). L’attuale primo ministro, Lionel Zinsou, ha ottenuto il miglior risultato durante la prima tornata elettorale, aggiudicandosi il ventotto per cento dei voti, mentre Patrice Talon è risultato secondo con il venticinque per cento.

Il poster elettorale di Lionel Zinsou
Il poster elettorale di Lionel Zinsou

Il Benin è stato il primo Paese dell’area sub-sahariana ad aver adottato il sistema multipartitico nel 1990. Malgrado i problemi riscontrati nella distribuzione delle schede elettorali e i relativi ritardi dell’apertura di alcuni seggi elettorali, le elezioni del 6 marzo si sono svolte in un clima disteso e pacifico.

CONGO-BRAZAVILLE
Il presidente uscente, Denis Sassou Nguesso è dato come favorito in queste elezioni presidenziali, visto che lo scorso ottobre il novantadue per cento della popolazione, attraverso un referendum popolare si è espresso a favore di un cambiamento della Costituzione, autorizzando così Nguesso di correre per il terzo mandato consecutivo. Come generale era stato designato capo del Partito Congolese del Lavoro, PCT, e per diritto era diventato presidente della Repubblica, incarico che ha mantenuto fino al 1992. Quell’anno si svolgono le prime libere elezioni e Sassou Nguesso viene battuto. Diventa presidente Pascal Lissouba. Sassou scatena una sanguinosa guerra civile, alla fine della quale, aiutato dalle truppe angolane risulta vincitore. Si reinsedia così alla presidenza.

Oggi Nguesso se la dovrà vedere con altri otto candidati che hanno giurato, nel caso si dovesse arrivare ad un ballottaggio, di appoggiare lo sfidante, chiunque esso sia. Ma Nguesso canta già vittoria. E’ convinto di essere rieletto al primo turno.

Metà di 4,2 milioni di abitanti del Congo-Brazzaville vive al di sotto della soglia di povertà, eppure la ex-colonia francese è tra i primi otto produttori di petrolio e a livello mondiale occupa il trentaseiesimo posto con 259.000 barili di greggio nel 2014.

NIGER
Anche in Niger si va al ballottaggio domani. Il presidente uscente, Mahamadou Issoufou, durante il primo turno, che si è svolto il 21 febbraio, ha portato a casa il 48,43 per cento dei voti, mentre il suo maggiore avversario, Hama Amadou il 17,73.

Mahamadou Issoufou
Mahamadou Issoufou

Amadou si trova in carcere dallo scorso novembre per un controverso traffico di bambini.
(http://www.africa-express.info/2014/08/29/traffico-di-bambini-niger-fuga-il-presidente-del-parlamento/) e (http://www.africa-express.info/2015/02/23/traffico-di-neonati-niger-tutti-assolti/). In un primo momento era fuggito in Francia, poi il ripensamento. E’ tornato in patria, pur sapendo cha al suo arrivo in Niger sarebbe stato incarcerato. Lui ha sempre negato del suo coinvolgimento nello squallido traffico di neonati.

Issoufou è comunque il favorito. Ha dichiarato di aver migliorato la qualità della vita della popolazione, di aver realizzato delle infrastrutture. Ma sta di fatto che il Niger si trova all’ultimo posto del “Human Development index 2015” stilato dall’ONU.

SENEGAL
Il presidente del Senegal, Macky Sall, vorrebbe ridurre la durata del mandato presidenziale da sette a cinque anni. Dunque domani i senegalesi sono chiamati ad esprimersi su un referendum Costituzionale.

Macky Sall
Macky Sall

Sall con questo gesto vuole dare un esempio a molti presidenti africani, che ricorrono ai referendum costituzionali per poter restare al potere più a lungo possibile. http://www.africa-express.info/2016/01/20/il-presidente-senegalese-vuol-modificare-la-costituzione-per-accorciare-il-suo-mandato/

CAPO VERDE
Alle urne anche i cittadini dello Stato insulare di Capo Verde nell’Oceano Atlantico, situato a cinquecento chilometri dalla Costa senegalese. I capoverdiani sono chiamati alle urne per eleggere i settantadue parlamentari dell’Assemblea Nazionale.

L’arcipelago di Capo Verde ha ottenuto l’indipendenza solamente nel 1975; fino al 1980 è rimasto legato alla Guinea-Bissau. Entrambi sono restati per cinque secoli sotto il dominio portoghese. Dopo il colpo di Stato del 1980 in Guinea Bissau, i dirigenti di Capo Verde hanno abbandonato il Partito Africano per l’indipendenza della Guinea e di Capo Verde (PAIGC) e, nel 1981, fondato il Partito Africano per l’indipendenza della de Cabo Verde.

Le prime libere elezioni si sono svolte solamente nel 1991. Lo sviluppo turistico di Capo Verde è abbastanza recente e solo nel 2007 il Paese è stato escluso dalla lista dei Paesi meno sviluppati (LDC). Gli abitanti delle isole sono poco più di mezzo milione, ma bisogna aggiungere i settecentomila capoverdiani che sono emigrati all’estero.

Attualmente l’arcipelago è oggetto “travel warning” a causa dell’epidemia dello Zika virus, che ha causato danni economici non indifferenti, visto che le maggiori entrate provengono dal turismo.

Le elezioni presidenziali si svolgeranno più in là, ma questo primo test elettorale dimostrerà quale dei due partiti, l’African Party for the Independence of Cape Verde (PAICV) oppure il Movement for Democracy (MpD) raccoglierà il maggior numero di consensi.

ZANZIBAR
Si torna al voto anche a Zanzibar, l’isola della Tanzania con una status di semi autonomia. Lo scorso ottobre si sono svolte le elezioni in tutto il Paese, ma i risultati raggiunti a Zanzibar non sono mai stati comunicati, dalla commissione elettorale. Il voto era stato quindi annullato. (http://www.africa-express.info/2015/10/31/caos-elezioni-in-tanzania-annullate-a-zanzibar-lopposizione-denuncia-brogli/).

L’opposizione, il Civi United Front (CUF) aveva urlato allo scandalo e accusato il partito al potere da anni, il Chama Cha Mapinduzi (CCM) di brogli.

Il CUF ha chiesto alla popolazione dello Zanzibar di boicottare questa tornata elettorale sull’Isola. Anche gli osservatori internazionali avevano aspramente criticato l’annullamento del voto di ottobre. Se il CCM sarà nuovamente accusato di brogli, la situazione a Zanzibar rischia di diventare incandescente.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

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