Eni e Anadarko insieme per l’estrazione gas in Mozambico

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 10 ottobre 2015

Due colossi energetici insieme nell’estrazione e lo sfruttamento di gas naturale in Mozambico. L’italiana Eni e la texana Anadarko svolgeranno attività distinte ma coordinate a nord del Paese africano, nel bacino del Rovuma al largo della provincia di Cabo Delgado.

Un immenso giacimento di gas naturale dove, secondo studi dell’Eni, sono state accertate enormi risorse. Secondo Claudio Descalzi ad di Eni, intervistato da RaiNews, si tratta di uno dei più grandi giacimenti scoperti nella storia dell’azienda: 2,4 miliardi di metri cubi di gas., un quantitativo di combustibile che consentirebbe di soddisfare il bisogno degli italiani per trent’anni.

Secondo gli accordi siglati con il governo mozambicano, Eni è operatore nell’Area 4, complesso di Mamba-Coral, con una quota del 50% detenuta attraverso Eni East Africa che controlla il 70%.

L’Area 1 di Enadarko e l’Area 4 di Eni dove sono situati i giacimenti di gas naturale a nord del Mozambico

Partner sono Empresa Nacional de Hidrocarbonetos, società di stato mozambicana; la portoghese Galp Energia e la sudcoreana Kogas ognuna delle quali detiene il 10%. Anche la China National Petroleum Corporation (CNPC), nell’Area 4, da luglio 2013 ha una partecipazione indiretta del 20% attraverso Eni East Africa. Eni prevede di produrre fino a 340 miliardi di metri cubi di gas.

Il giacimento dell’Area 4 si trova in un bacino geologico finora inesplorato a una profondità di 2.600 metri nelle acque profonde del Bacino di Rovuma, su una superficie di quasi 13mila km quadrati.

Anadarko, opera invece dell’Area 1 con una quota del 26.5% in partnership con la giapponese Mitsui (20%), Empresa Nacional de Hidrocarbonetos (15%), le le indiane ONGC Videsh (16%), Bharat PetroResources (10%) e Oil India (4%) e la thailandese PTT Exploration & Production (8.5%).

Eni e Anadarko avranno anche impianti di liquefazione di GNL comuni onshore nella penisola di Afungi su un’area di 7mila ettari per la quale è previsto un investimento di 20 milioni di USD. L’impianto prevede la produzione dal 2018 con una capacità di 5 milioni di tonnellate di gas all’anno.

Nel frattempo ci sono stati importanti cambiamenti ai vertici di due aziende strategiche mozambicane. Nella Empresa Nacional de Hidrocarbonetos, Nelson Ocuane, dal 2007 presidente del consiglio di amministrazione, lo scorso 11 agosto è stato sostituito dall’economista Omar Mithá, vice ministro mozambicano dell’Industria e del commercio dopo soli otto mesi di mandato. Cambio anche alla presidenza dell’ Instituto National do Petròleo dove Arsénio Mabote in carica dal 2004, è stato sostituito da Carlos Joaquim Zacarias.

Nella provincia di Cabo Delgado è anche prevista la creazione di una centrale elettrica da 75 MW funzionante a gas. L’estrazione di gas naturale dovrebbe portare 40mila posti di lavoro ma molti, anche tra le elite mozambicane, sono scettici sui benefici portati dallo sviluppo nel nord del Paese.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
twitter: @sand_pin

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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