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Firmato l’accordo di pace in Mali anche dai ribelli a maggioranza tuareg

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 24 giugno 2015

Il presidente del Mali, Boubacar Keita, non ha saputo trattenere l’emozione sabato, 20 giugno 2015: ha abbracciato uno dei leader dell’Azawad, Sidi Brahim Ould Sidati  della coalizione dei movimenti per l’Azawad (CMA) e un rappresentante del Movimento arabo per l’Azawad (MAA) in rappresentanza dei rispettivi gruppi hanno finalmente posto la firma sul “Trattato per la pace e la riconciliazione nel Mali”.  Il presidente ha salutato così lo storico avvenimento: “Mano nella mano, insieme, potremo costruire un Mali migliore: lunga vita alla riconciliazione in Mali, lunga vita alla pace”.

Con la speranza che tutti i punti del trattato vengano rigorosamente tradotto in fatti.

Lo scorso 15 maggio i leader del CMA non si presentarono alla cerimonia tenutasi a Bamako, capitale del Paese, per controfirmare l’accordo, perchè non soddisfatti di alcuni punti del testo. Ora le loro richieste sono state, almeno in parte, soddisfatte: una limitata autonomia per i territori del nord è stata concessa dal governo centrale, ma sempre nell’ambito di uno Stato unitario. Inoltre sono state fatte altre concessioni: un programma per incrementare lo sviluppo per l’Azawad e un piano per la sicurezza nel nord del Paese.

Alla cerimonia, svoltasi in tono minore, erano presenti anche Mongi Hamdi, capo della missione ONU in Mali, alcuni ministri degli esteri di Stati confinanti, i rappresentanti diplomatici di Francia e  USA, nonché Ramtane Lamamra, ministro degli esteri dell’Algeria, capofila dei mediatori internazionali.

Anche il ministro degli esteri francese, Jean Yves Le Drian ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto e ha sottolineato: “La Francia collaborerà e vigilerà affinchè i punti stilati nell’accordo saranno rispettati”.E lunedì, 22 giugno si è recato immediatamente a Bamako per congratularsi con Keita e a Goa, nel nord del Mali.

Le Drian ha assicurato il pieno appoggio della Francia specie per quanto concerne la sicurezza, uno dei punti chiave del trattato di pace. Ha auspicato una maggiore collaborazione tra MINUSMA (la forza multinazionale dell’ONU presente in Mali) e Barkhane (Forza francese presente nel Sahel con 3000 uomini)

MINUSMA e le forze armate del Mali, in collaborazione agli uomini dell’operazione francese Barkhane resteranno in campo, cercando di isolare le bande armate e incontrollate di jihadisti-narcotrafficanti, ancora attive in alcune parti nel Nord del Paese, che generano terrore e insicurezza.

Le Drian ha specificato che i militari francesi resteranno nel Sahel (Niger, Mali Mauritania, Ciad, Burkina Faso) per proseguire la lotta contro i jihadisti.

Anche il ministro della difesa del Mali, Tiéman Coulibaly, è convinto che nelle regioni del nord ci sia ancora molto lavoro da svolgere per eliminare i gruppi armati di matrice jihadista.

Secondo l’ONU, ancora oggi oltre centoquarantamila maliani sono rifugiati e continuano a vivere fuori dal Paese. Il nuovo trattato di pace dovrebbe permettere loro di tornare a casa in un prossimo futuro.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

Nella foto in alto il presidente Ibrahim Boubacar Keita abbraccia un rappresentante tuareg, più sotto pattuglia francese a Timbuktu, infine la cerimonia della firma.

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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