Dissolto il governo, sciolto il parlamento in Burkina Faso, Compaoré rinuncia al terzo mandato

Nostro Servizio  Particolare
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 31 ottobre 2014

Sciolto il parlamento, sciolto in governo in Burkina Faso, dopo le violente proteste di piazza dei giorni scorsi. L’annuncio è stato dato in televisione ieri dal capo di Stato maggiore, generale Honoré Traoré. Un organo di transizione, che sta per essere costituito, governerà il Paese per al massimo 12 mesi per riportare l’ordine costituzionale. Il presidente Blaise Compaoré ha annunciato che sarà ritirato il progetto di emendamento della Costituzione che prevedeva un terzo mandato per il capo dello Stato e se ne andrà nel novembre 2015 come previsto.

Nel Paese è in vigore il coprifuoco in tutto il territorio nazionale dalle 19.00 alle 06.00 per proteggere le persone e i beni, a partire da oggi.

Taoré ha presentato le sue condoglianze alle famiglie delle vittime decedute durante i disordini e chiede la collaborazione dei cittadini per riportare la calma e nel Paese. Ha chiesto che ognuno ritorni alle proprie occupazioni con calma e serenità.

In tarda serata è stato fatto un altro annuncio da Compaoré, che ha parlato alla popolazione dal terzo canale. “Non sono dimissionario. Voglio aprire negoziati con forze d’opposizione, sono favorevole a un governo di transizione, ma consegnerò il potere solamente ad un presidente democraticamente eletto dal popolo alla fine del mio mandato” (tra un anno, appunto).

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Gli ultimi giorni sono stati contraddistinti da particolari violenze. Già il 28 ottobre la popolazione, militanti e simpatizzanti del partito d’opposizione sono scesi in piazza a Banfora, capoluogo della provincia di Comoé, nella Regione delle cascate, nel sud-ovest del Paese, per esprimere il loro disappunto nei confronti del presidente. Compaoré, che si è impossessato del potere nel 1987 con un colpo di Stato, ha tentato di candidarsi nuovamente alle prossime elezioni, previste per il prossimo anno, per un terzo mandato, ma l’articolo 37 della Costituzione non lo permette. Prevede un massimo di due mandati per il presidente in carica.

Il 21 ottobre, durante una seduta straordinaria del consiglio dei ministri, è stato elaborato un disegno di legge, da sottoporre all’Assemblea Nazionale, per modificare il “famigerato” articolo 37. Il giorno stesso, opposizione e organizzazione della società civile hanno sollecitato la disobbedienza civile. Già alla fine di maggio durante una manifestazione pacifica allo stadio 4 agosto di Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, il capo dell’opposizione, Zephirin Diabre,  aveva sottolineato, parlando alla folla: “Non siamo una monarchia, dove si muore con il potere in mano”.

Ieri, migliaia e migliaia di persone (c’è chi dice che fossero addirittura un milione), si sono versate sulle strade della capitale. Il parlamento è stato incendiato, occupata la TV di Stato, abbattuta la statua di Compaoré. Almeno cinque persone sono morte durante gli scontri.

Gli Stati Uniti e la Francia hanno espresso la loro preoccupazione. Qualche giorno fa François Hollande, tramite il suo ministro agli esteri Laurent Fabius in un comunicato ha ricordato al suo omologo in Burkina Faso di rispettare le regole, le leggi vigenti. Mentre il sotto-segretario di Stato USA per gli affari africani, Linda Thompson-Greenfield, ha dichiarato: “Due mandati sono più che sufficienti”.  E Obama, durante il meeting tenutosi a Washington dal 3 al 6 agosto 2014 in presenza di 50 capi di Stato africani ha ricordato: “L’Africa non ha bisogno di uomini forti, ma di Istituzioni forti”.

Anche l’Unione Europea, qualche giorno fa, ha espresso la sua preoccupazione a riguardo della situazione in Burkina Faso e ha chiesto al presidente Compaoré di rivedere la sua posizione circa l’articolo 37 della Costituzione.

Per il momento regna una grande confusione nel Paese, Malgrado il coprifuoco, alle 22.00 di ieri sera, molte persone erano ancora sulle strade, nelle piazze.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter: @cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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