Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 1. Settembre 2014
Mentre in Africa si continua a morire di ebola, il primo paziente britannico, William Pookey, 29 anni, sta migliorando di giorno in giorno. Lo hanno riferito ai reporter della BBC i genitori del giovane, Robin e Jackie.
Anche a Stoccolma si è temuto durante questo fine settimana per un giovane che mostrava i sintomi dell’ebola, dopo un viaggio in uno dei Paesi colpiti dall’epidemia. Di lui non si conoscono né il nome, né l’età, né lo Stato nel quale ha soggiornato prima di raggiungere la Svezia. Attualmente è ricoverato in osservazione in un nosocomio della capitale svedese e sottoposto ai test. I primi risultati, resi noti solo poche ore fa, sembrano confortanti: le analisi finora eseguite risultano essere negative.
Mentre in Europa, nell’Occidente, di ebola si guarisce, in Africa il letale virus non tende a placarsi. I morti sono ormai 1552, i casi confermati 3069. Con 694 decessi, la Liberia registra il più alto numero di vittime, seguita dalla Guinea con 430, in Sierra Leone sono 422 e in Nigeria 6.
“E’ stato contagiato da un suo amico, che pochi giorni dopo è morto – ha precisato il ministro della sanità della Guinea, Remy Lamah -. Abbiamo contattato la famiglia del giovane, dopo aver saputo che è stato in contatto con l’amico deceduto. Ci hanno fornito il suo numero di cellulare, che purtroppo risultava irraggiungibile. Nessuno sapeva che fosse diretto in Senegal”. Il ragazzo è ora ricoverato all’ospedale Fann di Dakar, la capitale del Senegal.
Nella seconda città della Guinea, Nzerekore, un gruppo di manifestati, solo un paio di giorni fa ha assalito l’ospedale della città e gli operatori sanitari che ci lavorano, dopo che un équipe specializzata ha disinfettato il mercato locale. Hanno urlato a gran voce “L’ebola non esiste, è tutto una bugia” mentre cercavano di aggredire il personale medico e paramedico. Non si capisce la vera causa della rabbia della popolazione, Forse, come qualcuno ha riferito, si teme che lo spray usato per la disinfestazione contenga il virus dell’ebola.
A Monrovia, molti ospedali e cliniche hanno dovuto chiudere dopo lo scoppio dell’ebola, perché sono in tanti i medici e infermieri deceduti a causa del terribile killer invisibile. L’unico ospedale a essere operativo 24 ore su 24 è il Centro Medico del villaggio SOS. In realtà cura pazienti con altri disturbi, ma se si presenta una persona con i tipici sintomi del virus, gli addetti avvisano il Ministero della Sanità, che provvede al suo immediato trasferimento in un centro specializzato.
In Liberia il clima è grave. Il governo ha dovuto schierare polizia ed esercito davanti agli ospedali per tenere la situazione sotto controllo. Le informazioni che giungono da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) non sono confortanti: tutto potrebbe peggiorare e gli ammalati potrebbero diventare oltre ventimila.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes
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