Dalla Nostra Inviata Speciale
Bianca Saini
Nairobi, 1° settembre 2014
Si complica la ricerca di una soluzione politica della crisi sud sudanese. L’ultimo incontro, tenutosi il 25 agosto ad Addis Abeba dopo settimane di interruzione dei negoziati, si è risolto in un nulla di fatto, nonostante la firma di importanti documenti (il protocollo di indirizzo per i provvedimenti transitori che devono portare alla soluzione della crisi e la matrice per la cessazione delle ostilità che impegna al congelamento delle forze in campo sulle posizioni del momento della firma), se non addirittura in un passo indietro nella costruzione di quella fiducia nei negoziatori, e tra le due parti in conflitto, necessaria per far proseguire positivamente le trattative.
SPLM-IO contesta anche il periodo di 45 giorni, a partire dal 25 agosto, concessi dai mediatori per la formazione del governo transitorio. Afferma che il termine dovrà essere usato per arrivare a un documento condiviso. Solo dopo si potrà capire quanto tempo ci vorrà per la formazione del nuovo governo e la chiusura della crisi.
Insomma, l’ultimo incontro di Addis sembra aver aperto molti problemi, più che aver avviato la soluzione di quelli, difficili e spinosi, già sul tappeto.
A complicare la situazione un episodio gravissimo e ancora non chiarito: l’abbattimento di un elicottero della missione di pace – UNMISS (UN Mission in South Sudan) – nelle vicinanze di Bentiu. E’ ormai chiaro che non si è trattato di un incidente, ma solo un’inchiesta dirà chi porta la responsabilità di aver attaccato un volo umanitario. Il governo è sicuro che siano stati i ribelli, guidati nell’area da Peter Gadet, già sottoposto a sanzioni internazionali per il modo di condurre la guerra nei mesi scorsi, e che ha recentemente dichiarato che non avrebbe permesso il sorvolo del territorio nelle sue mani.
Intanto i voli umanitari, l’unico modo per raggiungere lo stato di Unity, tra i più tormentati dai combattimenti dei mesi scorsi, sono stati sospesi. Questo significa che centinaia di migliaia di persone sono attualmente senza soccorsi, e senza aiuti alimentari, in una zona già dichiarata in emergenza e sull’orlo della carestia.
Bianca Saini
biancasaini2000@gmail.com
Nelle fotografie nell’ordine: Riek Machar, Salva Kiir e Lam Achol
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