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Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 24 luglio 2014
Gli attacchi si susseguono senza sosta. Bombe su bombe mietono morte, disperazione, paura in tutto il nord della Nigeria. Ieri a Kaduna, capitale dello stato di Kaduna nel centro-nord del Paese, due attacchi nel giro di novanta minuti.
Poco dopo il secondo attacco. Questa volta era diretto contro Muhammadu Buhari, ex ufficiale e membro anziano del partito dell’opposizione “All progressive congress party”. Una macchina imbottita di esplosivo ha investito un’auto del suo convoglio ed è scoppiata. Buhari è rimasto illeso. Almeno cinquanta i morti. I due attentati portano la firma del terribile gruppo Boko Haram che da anni terrorizza il nord della Nigeria.
Il governatore dello Stato di Kaduna, Muktar Yeres, ha annunciato un coprifuoco per le prossime ventiquattro ore.
Durante questi cento giorni sono morti undici genitori. Alcuni in altri attacchi terroristici in villaggi vicini, altri per problemi cardiaci dovuti allo stress. Il padre di due ragazze rapite è caduto in una specie di coma, durante il quale ripeteva continuamente il nome delle figlie, fino all’ultimo respiro.
In un video di pochi giorni fa, il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, si rivolge al presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, offrendogli nuovamente uno scambio: Le ragazze in cambio di membri della setta, attualmente detenuti in prigioni nigeriane.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter: @cotoelgyes
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