Dal Nostro Corrispondente
Arturo Rufus
Nairobi, 17 giugno 2014
Lo spionaggio keniota tre giorni prima dell’attacco di domenica sera che ha causato 49 morti (quasi tutti cristiani di etnia kikuyu), aveva lanciato un avviso su un probabile attentato degli shebab, gli integralisti somali legati ad Al Qaeda. Non sembra che all‘avvertimento sia stato dato un gran peso giacché il commando di terroristi entrato a Mpeketoni sparando all’impazzata non ha trovato grande resistenza. E’ vero, c’erano numerosi posti di blocco “straordinari” sulla strada – hanno raccontato alcuni viaggiatori che da Malindi stavano andando a Lamu – ma nulla di più. Secondo la BBC i terroristi hanno ucciso solo uomini e rapito una quindicina di donne. C’è molta confusione: non solo sulla dinamica dell’attentato, ma anche sugli autori del massacro.
Ma il presidente Uhuru Kenyatta non sembra aver dato retta alla rivendicazione. Infatti ha accusato senza mezzi termini, il capo dell’opposizione, Raila Odinga, senza citarlo per nome, di aver esacerbato gli animi e incitato alla guerra. Affermazioni gravi fatte in televisione e che potrebbero minare il difficile equilibrio sociale, scatenando anche in Kenya una guerra per bande di tipo etnico. Le dichiarazioni del leader keniota sono comunque state accolte con un certo scetticismo. Pochi sollevano dubbi sul fatto che a portare l’attacco siano stati proprio gli shebab somali.
Arturo Rufus
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