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Uccisi dai cristiani e mutilati (via organi genitali e cuore) musulmani in Centrafrica

Nostro Servizio Particolare
Cornelia I. Toelgyes
26 Maggio 2014
Uccisi brutalmente e mutilati i corpi di tre giovani musulmani di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Un portavoce della comunità musulmana afferma che i cadaveri erano privi degli organi genitali e del cuore. I giovani abitavano quasi tutti nel quartiere PK5, alla periferia della capitale. I loro corpi sono stati portati nella moschea del quartiere. La tensione è alta. Altri giovani residenti hanno barricato le strade del PK5. Si teme una vendetta e quindi nuovi dolori, lacrime e sangue, in una spirale di violenza che non accenna a finire.

Lazare Djader, presidente del Collectif Urgence 236, un’associazione impegnata a riistiane,costruire la riconciliazione delle comunità, ha il morale a terra. “Mesi di lavoro per riunire nuovamente i giovani sono sfumati in un attimo”.

“Stavano andando a una partita di calcio – racconta Sebastian Wenezoui, un coordinatore degli anti-balaka, le milizie cristiane ,all’agenzia Reuters – che si doveva disputare tra le due fazioni opposte, cioè giovani filo- séléka (musulmani) e anti-balaka (per lo più, appunto, cristiani), proprio per riavvicinarli, per lasciare da parte odio e violenza, un modo per iniziare a ricostruire la pace.  Durante questo incidente sono stati rapiti anche dieci ragazzi da una fazione di un gruppo vicino, i Boy-Rabe. Non sappiamo dove siano finiti”. Poi aggiunge: “Condanniamo fortemente queste violenze; noi stiamo lavorando per la pace, mentre altri continuano ad uccidere”.

Violenze e atrocità simili si consumano quasi quotidianamente da quando sono scoppiati i disordini nel CAR nel dicembre del 2012. Oltre duemila persone sono state uccise, seicentocinquantamila sono sfollati e più di trecentomila sono rifugiati nei paesi confinanti. Oltre la metà della popolazione necessità di aiuti umanitari immediati per poter superare il periodo delle piogge.

E i caschi blu, quasi dodicimila uomini, promessi da Ban-Ki Moon, segretario generale dell’ ONU, arriveranno solamente a metà settembre, se non più tardi. Raggiungeranno i già duemila militari francesi della Missione Sangria e quelli del contingente MISCA (truppe dell’Unione Africana già presente con seimila soldati). I soldati del Ciad, ottocentocinquanta uomini, hanno dovuto lasciare il paese un mese fa, perché accusati di aver usato la popolazione come scudi umani e di aver favorito platealmente la fazione Séléka. Proprio in questi giorni dovrebbero giungere, invece, gli ottocento uomini della EUFOR RCA (corpo di pace della comunità europea) .

 Durante la sua visita all’inizio di aprile, il segretario generale ha espresso la sua solidarietà alla popolazione della repubblica Centrafricana, ma ha anche la sua preoccupazione: “Il pericolo genocidio è dietro l’angolo”.

Costruire la pace non è facile. Richiede un lungo e duro lavoro quotidiano e soprattutto volontà dalle parti in causa.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes

 

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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