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Cornelia I. Toelgyes
24 novembre 2014
Giovedì scorso, il parlamento keniano, dopo una lunga, sofferta e animata discussione ha approvato una legge che legalizza la poligamia e permette quindi all’uomo a sposare quante donne desidera, senza il consenso della prima o delle altre mogli, com’è invece consuetudine tribale o tradizione nelle comunità islamiche (che rappresentano un quinto della popolazione del Kenya). Le nuove norme avranno effetto dopo che il presidente Uhuru Kenyatta le promulgherà.
Il parlamentare Samuel Chepkong’a, presidente del comitato giustizia e affari legali, nonché promotore di questa emendamento, in un’intervista al giornale “Daily Nation” ha dichiarato: “Sposandosi con la legge ordinaria, ogni donna sa che questa permette la poligamia; dunque quando un uomo viene a casa con un’altra donna, diventa automaticamente la seconda, terza, quarta, quinta…moglie”.
“Quando sposi una donna africana, lei sa bene che la seconda, la terza o/e la quarta moglie potrebbe arrivare da un momento all’altro, questa è l’Africa”, ha raccontato il parlamentare Junet Mohammed all’emittente Nairobi Capital FM.
Incisivo il commento della parlamentare Soipan Tuya alla stesso emittente: “Se sei veramente un uomo, devi avere il coraggio di discuterne in famiglia, chiedere se tutti sono d’accordo”.
Perché esiste la poligamia in Africa? Nella maggior parte dei paesi africani non esistono le pensioni. Sono i figli che si occuperanno dei genitori, quando diventano anziani e incapaci di produrre reddito. Se un uomo ha molti figli, va incontro a una vecchiaia serena. In tempo di crisi economica mondiale, è dunque “necessario” avere sempre una moglie giovane, in grado di mettere al mondo figli sani e forti.
Di questo le donne africane ne sono ben coscienti, sanno bene che non saranno mai – o raramente – l’unica moglie, ma sono assai irritate, e giustamente, perché ora non saranno più consultate, nemmeno in modo formale, per quel che riguarda l’entrata in famiglia della prossima prescelta.
Si sa, le donne possono essere odiose, specie nei confronti di altre donne e dunque le mogli “anziane” potrebbero rendere la vita invivibile alla nuova compagna del marito e dunque anche a lui. Vedremo se Kenyatta terrà conto di questo prima di promulgare la legge.
Cornelia I. Toelgyes
corneliaacit@hotmail.it
twitter @cotoelgyes
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