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Troppo pericoloso passare dalla Libia. Ora i migranti scelgono Ceuta e Melilla

Cornelia I. Toelgyes
21 marzo 2014
Anche Melilla e Ceuta sono diventate mete per i migranti. Una sorta di porta laterale per entrare in Europa. Sono due enclave spagnole in territorio marocchino. Ovviamente Madrid non apprezza questi ”assalti”, non li ha mai graditi ed è per questa ragione che a Ceuta è stata costruita una barriera lunga 9 chilometri, mentre quella a Mililla è di dodici Si dice che siano costate trenta milioni di euro, totalmente finanziati dall’Unione Europea e naturalmente approvati dall’agenzia FRONTEX.

FRONTEX è l’acronimo inglese che sta per “Agenzia Europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’UE”, un’istituzione con sede centrale a Varsavia. Nata il 3 ottobre 2005, grazie a un decreto del consiglio europeo, ha come una delle sue missioni principali il controllo delle frontiere marittime. Dispone di 26 elicotteri, 22 aerei, 113 navi e radar sofisticatissimi.

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A causa di queste barriere, molti migranti hanno trovato la morte negli ultimi anni. Poco più di un mese fa un episodio raccapricciante: la polizia ha usato proiettili di gomma per impedir loro di arrampicarsi e di scavalcare la recinzione. Quindici di essi sono annegati, cadendo in mare. Per la prima volta il ministro degli Interni spagnolo, Jorge Fernandez Diaz, ha ammesso l’uso improprio di questi proiettili. Forse Madrid si è sentita messa alle strette dalle dichiarazioni del commissario dell’Unione Europea. Cecilia Malstroem, che dopo l’ultimo episodio aveva minacciato ripercussioni.

Solo dieci giorni fa, altri 150 giovani di origine sub sahariana hanno cercato di “sfondare” la recinzione. Secondo la polizia locale si è trattato del secondo “attacco” nel giro di ventiquattro ore. Quindici ce l’hanno fatta e sono riusciti ad entrare persino in città, prima di essere arrestati.

E ancora martedì mattina un altro “assalto” alla recinzione, verso le otto, mentre una fitta nebbia ricopriva tutta la zona, quasi cinquecento giovani, provenienti per lo più da Mali, Camerun e Costa d’Avorio, hanno toccato l’Europa esultando: “Evviva”. Poi si sono recati nel centro di accoglienza per l’identificazione. Nel centro ci sono ora milleottocento persone, più del triplo della capienza per cui è stato progettato. Mercoledì mattina il governo spagnolo ha immediatamente inviato centoventi poliziotti in sostegno a quelli già presenti nell’enclave.

Le autorità marocchine riferiscono che tra trenta e quarantamila giovani aspettano nelle campagne, non lontane dalle due città spagnole, il loro turno e il momento buono per poter scavalcare le recinzioni. Sono in molti a scegliere ora questa strada  Hanno paura di raggiungere la Libia, più insicura che mai e dove le milizie si avventano contro i migranti (anche se solo di passaggio) di origini sub sahariane, specie se cristiani. Inoltre attraversare il mare è diventato molto più pericoloso, anche per via dei molti controlli e dei respingimenti.

Durate il summit dell’Unione Europea in corso a Bruxelles, al quale partecipano i capi di stato e di governo degli Stati membri, dovrebbero essere definite le nuove linee guida in materia di libertà, sicurezza e giustizia. Una domanda sorge spontanea: proteggeranno le frontiere o le persone?

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmaill.it
twitter @cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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