Il Sudan ordina alla Croce Rossa di sospendere tutte le sue attività nel Paese

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Ali Omar Nur
Khartoum, 2 febbraio 2014
Da ieri la Croce Rossa non può più operare in Sudan. E’ stata praticamente cacciata dal Paese. L’ordine impartito con una lettera spedita dal governo all’organizzazione, avanza motivazioni apparentemente burocratiche, ma più probabilmente le vere cause sono invece politiche. Della guerra in Darfur non si parla quasi più, ma invece si combatte ancora e la Croce Rossa, sta facendo un ottimo lavoro di aiuto alle popolazioni civili.

Red Cross workers collect bodies in body bags to load onto a truck in Ndosho near GomaLa lettera ufficiale di sospensione delle attività è stata spedita dalla Sudanese Humanitarian Affairs Commission (HAC), l’agenzia governativa che si occupa di attività umanitarie e del loro coordinamento. Sono in corso negoziati per trovare una soluzione all’impasse.

La Croce Rossa Internazionale lavora in Sudan dal 1978. E’ impegnata nell’assistenza umanitaria in tutto il Paese, ma soprattutto in Darfur, dove la popolazione sta subendo i peggiori effetti della guerra civile, nell’assoluta indifferenza generale. Aiuti all’agricoltura, con sementi e attrezzi, ma anche al sostentamento, cibo e acqua. Ma aiuta al ricongiungimento anche le famiglie i cui membri sono stati separati dalla guerra e dalle violenze.Camion allineati

Il sito della Croce Rossa in Sudan spiega che tra gennaio e settembre del 2013 l’organizzazione ha provveduto ad assistere più di un milione di persone in tutto il Paese. In Darfur ha consegnato cibo almeno a 400 mila affamati e sementi a 321 mila persone. Ecco la tabella come compare sulla pagina web sudanese della Croce Rossa Internazionale:

Between January and September 2013, the ICRC:

  • provided humanitarian assistance to over one million people in Sudan;
  • distributed food to 400,000 and seeds to 321,000 people in Darfur;
  • improved access to drinking water for 473,000 people, primarily in Darfur;
  • enabled 49,300 medical consultations to take place in ICRC-supported health centres;
  • provided services to 4,900 physically disabled people in ICRC-supported orthopaedic centres;
  • enabled the treatment of 1,300 war-wounded patients by providing the necessary medical materials;
  • in its role as neutral intermediary, facilitated the handover of 67 people, including prisoners of war, civilians held by armed groups and members of the Sudanese armed forces, who had been captured by armed groups;
  • enabled the vaccination of over 860,000 animals, primarily in Darfur.

Ali Omar Nur

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