6 dicembre 2013
Se è nelle mani di una banda criminale e c’è qualcuno che paga, Marcello Rizzo, il cinquantacinquenne tecnico italiano sequestrato in Nigeria, sarà libero presto. Se invece a rapirlo è stato qualche banda politicamente motivata, i tempi saranno più lunghi. Nel primo caso, infatti, è abbastanza semplice reperire i soldi necessari. Più difficile il secondo caso, dove occorre dare garanzie politiche, che pi, alla fine si possono raccogliere in una richiesta: ridistribuire alla popolazione il denaro delle royalty del petrolio che oggi vanno a finire nelle tasche di poche famiglie.
Marcello Rizzo è product manager per la società siciliana di costruzioni Gitto, che sta costruendo uno ponte sul fiume Niger, tra le città Onitsha e Asaba. Il commando dei rapitori, otto, ha fermato la sua macchina in una strada vicino alla cava da cui viene preso il terriccio e i sassi necessari a costruire il ponte. I banditi erano armati di mitra e di machete.
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