DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 21 novembre 2013
Il governo della Repubblica Centrafricana ha fatto sapere che sono in corso colloqui con il sanguinario leader del Lord Resistance Army, Joseph Kony che vorrebbe arrendersi. Secondo la BBC, che per prima ha dato la notizia appresa da un portavoce del governo della CAR (Central African Republic), Kony, prima di consegnarsi alle autorità ugandesi, vuole garanzie sulla sua sicurezza.
Il comandante dell’LRA è ricercato dal Tribunale Penale Internazionale per crimini contro l’umanità, stupro, mutilazioni, reclutamento di bambini soldato e altre atrocità indicibili. Sulla sua testa c’è una taglia di 5 milioni di dollari, messi in palio dal governo americano.
Non si sapeva niente di Kony da parecchi anni. I suoi uomini (anzi i suoi ragazzini giacché si tratta molto spesso di bambini miliziani) continuavano a commettere razzie, efferatezze e atrocità, ma di lui non si sapeva più nulla. Si diceva che fosse “in sonno”.
Mercoledì scorso l’inviato speciale dell’Unione Africana sulla questione LRA aveva riferito al Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite che il comandante di quello che è considerato il gruppo armato più crudele dell’Africa, fosse gravemente malato.
In aprile il governo ugandese (aiutato da alcuni consiglieri americani) aveva sospeso le ricerche di Kony in Uganda accusando il nuovo governo centrafricano di ostacolare le operazioni.
Da vent’anni Kony e i suoi miliziani, meno di un migliaio, terrorizzano le popolazioni di una regione compresa tra il nord Uganda, la Repubblica Centrafricana, il Congo-K, il Sud Sudan e il Sudan.
I sui ribelli sono conosciuti soprattutto per la loro brutalità e ferocia. Attaccano i villaggi di notte, massacrano la popolazione adulta e rapiscono i bambini che arruolano nelle loro fila dopo averli drogati e costretti a un profondo lavaggio del cervello.
La loro dottrina è assai confusa. Si rifanno ai 10 comandamenti, alla Bibbia, al Vangelo. Mettono assieme precetti cristiani e musulmani. Al loro interno si sbizzarriscono in attività barbare. Sostengono di avere protezioni divine e adottano pratiche di magia nera alcune delle quali li dovrebbero rendere invincibili. I capi drogano i bambini-miliziani, fanno loro bere pozioni miracolose e li convincono di essere diventati immuni dai proiettili che non li ammazzano perché a contatto con la loro pelle si sciolgono e diventano goccioloni d’acqua.
Joseph Kony, un santone guerrigliero di etnia acholi una delle più grandi in Uganda, viene considerato dai suoi adepti un profeta. Le sue bande, composte soprattutto da ragazzini, hanno devastato interi villaggi, e cominciando dal nord dell’Uganda, dalle città di Kitgum e Gulu, si sono spinte più a sud fino a Lira, si sono poi spostate in Repubblica Centrafricana e poi in Congo e anche in Sudan fino in Sud Darfur.
Massimo A. Alberizzi
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