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Somalia, battaglia tra gruppi shebab a Brava: sei morti

Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 20 giugno 2013

Gruppi rivali di miliziani Al Shebab si sono scontrati a Brava, città costiera a 220 chilometri a sud di Mogadiscio. Da una parte gli uomini fedeli ad Ahmed Godane (conosciuto anche come Shek Mukhtar Abu Zubeyr), dall’altra i miliziani stranieri guidati da Omar Shafik Hammami, cioè Abu Mansur Al Amriki (da non confondere con Muktar Robow, detto anche lui Abu Mansur, ex portavoce degli Shabab). Al Amriki è stato dato più volte per morto ma è sempre riapparso vivo. Sulla sua testa c’è una taglia dell’FBI di 5 milioni di dollari.

Secondo alcuni rapporti segnalati dallo stringer di Africa Express a Mogadiscio, gli scontri sono cominciati quando un uomo di Godane (che appartiene alla cabila issak, del Somaliland) ha ucciso un sudanese seguace di Al Amriki (cittadino americano convertito) e trascinato il suo corpo, in segno di disprezzo, per le vie della cittadina conquistata dai portoghesi nel 16° secolo, durante la prima colonizzazione dell’Africa.

La notte scorsa i seguaci di Al Amriki hanno attaccato il campo dei somali. C’è stata una feroce battaglia con sei morti e numerosi feriti.

Fonti ufficiali shebab (il gruppo si definisce la filiale di Al Qaeda nel Corno d’Africa) hanno smentito qualunque dissenso, ma in realtà non è la prima volta anche si verificano screzi tra i due gruppi. Brava è una città importante. Dopo la caduta di Chisimaio, infatti, è l’unica città costiera di una certa rilevanza rimasta in mano ad Al Qaeda. I bravani – una etnia a sé, assieme ai tunni shangamas e agli sharif – sono di pelle chiara; alcuni possono essere scambiati facilmente per europei (si dice di stirpe portoghese) o arabi (discendenti degli omaniti che a Brava avevano fondato un proprio sultanato).

Nel settembre 2009 un commando americano sbarcato da un una nave al largo delle coste somale ha ammazzato uno dei capi di Al Qaeda, Saleh Ali Saleh Nabhan, incaricato di organizzare il network del terrore nell’ex colonia italiana.

Islamici sì, ma assai moderati, i bravani mal sopportano di essere governati dagli stranieri per giunta fondamentalisti. Le divergenze tra i due gruppi shebab riguardano anche il trattamento riservato alla popolazione: oltranzista Godane, moderato Al Amriki. La posizione di Al Amriki all’interno degli shebab non è ben chiara.

L’americano ha litigato più volte con gli altri capi shebab a proposito della strategia politica del gruppo terrorista. Alla fine la dirigenza l’aveva accusato di “narcisismo per cercare notorietà”, per le sue continue comparse in video postati sui siti terroristi. Le critiche erano state twittate e rese pubbliche come “un obbligo morale per pubblicizzare la sua ostinazione”. Poco dopo Al Amriki aveva rivelato di essere scampato a un attentato organizzato dai suoi ex amici.

Il 9 maggio scorso uno dei leader degli shabab Fuad Mohammed Shangole, durante il sermone di preghiera in una moschea a Bulu Burti, nella Somalia centrale, aveva annunciato che il convertito era stato ucciso da un gruppo di uomini fedeli a Godane.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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