Droni a Sigonella per le guerre Nato in Africa e Medio Oriente

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Antonio Mazzeo
15 marzo 2015

A partire dal prossimo anno, la base siciliana di Sigonella sarà utilizzata per le missioni dei droni di sorveglianza aeronavale del nuovo sistema AGS (Alliance Ground Surveillance) dell’Alleanza Atlantica. Lo ha annunciato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a conclusione della sua visita in Italia, dove ha pure incontrato il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

La Nato aveva previsto che la capacità operativa iniziale del sistema AGS sarebbe stata raggiunta a Sigonella nel 2017; secondo Stoltbeng, però, le operazioni d’intelligence, sorveglianza e ricognizione dei velivoli senza pilota saranno anticipate di un anno. “Desideriamo intensificare la nostra capacità di presa di coscienza delle situazioni con una maggiore sorveglianza sul terreno con l’uso di droni e faremo riferimento a Sigonella a partire dal 2016”, ha dichiarato Stoltenberg.

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Il primo banco di prova dei velivoli-spia sarà sicuramente la Libia, dove secondo il segretario generale Nato, il deteriorarsi della crisi politico-militare “determina nuove minacce alla sicurezza europea” per cui si dovrà garantire “una difesa costante ed una sorveglianza massiccia”. “Adesso la situazione in Libia è fuori controllo, con due governi separati e diversi gruppi armati, tra cui alcuni affiliati allo Stato islamico”, ha aggiunto Stoltenberg. “Ma la Nato è pronta a sostenere le autorità libiche fornendo consulenze sulla difesa e la creazione di istituzioni per la sicurezza”.

L’AGS fornirà informazioni in tempo reale per compiti di vigilanza aria-terra a supporto dell’intero spettro delle operazioni Nato nel Mediterraneo, nei Balcani, in Africa e in Medio oriente. Il sistema AGS si articolerà in stazioni di terra fisse, mobili e trasportabili per la pianificazione e il supporto operativo alle missioni e da una componente aerea basata su cinque velivoli a controllo remoto RQ-4 “Global Hawk” Block 40, prodotti dall’azienda statunitense Northrop Grumman.

La stazione aeronavale di Sigonella ospiterà sia il Centro di comando e controllo dell’AGS che l’intero apparato logistico e i velivoli senza pilota. Lunghi 14,5 metri e con un’apertura alare di 40, i “Global Hawk” Block 40 potranno volare in qualsiasi condizione meteorologica per 32 ore consecutive, a 18,3 km d’altezza. Grazie al radar ad apertura sintetica ad alta definizione MP-RTIP, i droni rileveranno e tracceranno ogni oggetto a terra e i missili da crociera a bassa quota. Il nuovo sistema s’interfaccerà con l’articolata rete operativa della Nato a livello planetario e con tutti i centri di comando, controllo, intelligence, sorveglianza e riconoscimento alleati.

La stazione guida AGS di Sigonella opererà in cooperazione con i “Global Hawk” e i droni-killer “Predator” che l’US Air Force schiera da diversi anni nella base siciliana e potrà contare pure sul supporto dei velivoli senza pilota “Sentinel” in dotazione alle forze armate britanniche ed “Heron R1” che la Francia ha prodotto congiuntamente ad Israele.

AGS poster

Dal 2018 Sigonella entrerà a far parte pure del programma di ricognizione su larga scala BAMS (Broad Maritime Area Surveillance) che la Marina militare Usa sta per attivare grazie ai pattugliatori marittimi a lungo raggio Boeing “P-8A Poseidon” e ad una nuova generazione di droni-spia ancora più sofisticati, gli MQ-4C “Triton”, anch’essi di produzione Northrop  Grumman.

Per la realizzazione in Sicilia di una serie d’infrastrutture che consentano di ospitare le componenti di volo del BAMS, la US Navy ha stanziato 29.730.000 dollari per l’anno fiscale 2015. Grazie a questo nuovo programma, la marina degli Stati Uniti d’America punta a rafforzare la propria superiorità strategica nello svolgimento di missioni prolungate ISR (intelligence, sorveglianza e riconoscimento) su vaste regioni oceaniche e costiere, per localizzare e intercettare unità navali di superficie e sottomarini potenzialmente ostili.

Al programma AGS, il più costoso nella storia dell’Alleanza, hanno aderito sino ad oggi solo 15 paesi dell’Alleanza atlantica: Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Stati Uniti. Per l’AGS, la Nato ha firmato nel maggio del 2012 un contratto da 1,7 miliardi dollari. Al team industriale guidato da Northrop Grumman partecipano con quote assai ridotte pure EADS Deutschland GmbH (Cassidian), Kongsberg e l’italiana Selex Es (Finmeccanica).

Con una commessa di appena il 10 per cento del valore complessivo del contratto AGS (140 milioni di euro), Selex ES predisporrà la componente fissa e mobile del segmento di terra e contribuirà al collegamento dati su banda larga con le piattaforme aeree del sistema di sorveglianza.

Drone 1

La prima simulazione operativa dell’AGS è stata realizzata nel luglio 2014 nel corso della grande esercitazione aeronavale Unified Vision UV14 che la Nato ha realizzato in nord Europa in cooperazione con  il Comando delle forze Usa per il continente europeo e un team di tecnici di Northrop Grumman e delle altre aziende contractor. “Grazie ai Global Hawk di US Air Force decollati dalla base di Sigonella, le simulazioni in alta risoluzione del sistema AGS hanno supportato le attività del Joint Force Commander in quella che è stata la più grande esercitazione militare in Europa per testare e valutare le capacità della Nato nell’implementare e coordinare i sistemi ISR (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) e raccogliere ed elaborare informazioni dallo spazio, dall’aria, dalla terra e dal mare”, ha rilevato il Comando Nato di Bruxelles.

Antonio Mazzeo
a_mazzeo@yahoo.com

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